Consulenza Indipendente e futuro nel 6° Congresso Fee Only

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Consulenza Indipendente e futuro nel 6° Congresso Fee Only

Consulenza Indipendente e futuro nel 6° Congresso Fee Only
L’evento 2016, che si è tenuto nella consueta cornice sul lago
di Garda, e stato dedicato non solo all’ advisory ma anche alle
tecnologie emergenti e all’impatto che avranno sul sistema
 
di Luca Mainò – membro del direttivo Nafop

 
Per il sesto anno consecutivo i “fee only planner” italiani si sono incontrati nel congresso che riunisce sul lago di Garda tutti i consulenti indipendenti, in un think tank dedicato al futuro: non solo nella consulenza finanziaria ma anche nelle tecnologie emergenti, con l’impatto che avranno sulla nostra vita, nel food con la nutrigenomica per prevenire e curare le patologie, nella mobilità con i mezzi elettrici. Hanno partecipato all’evento esponenti delle istituzioni, delle autorità e del mondo professionale.

Con Debora Rosciani si sono avvicendati esperti di finanza, economisti e associazioni di settore e nelle conferenze si sono alternati anche giornalisti di testate specializzate che hanno posto le questioni più calde del momento.
 
In particolare, quella del nuovo albo dei consulenti finanziari che nel 2017 vedrà finalmente la sua piena operatività, dopo dieci anni di gestazione. Tre saranno le sezioni: ex-promotori (consulenti fuori sede), consulenti indipendenti, chiamati “autonomi”, Scf, ovvero società di consulenza finanziaria. I professionisti, quindi, potranno scegliere liberamente come operare sul mercato: al servizio della banca o della rete distributiva, oppure con un proprio studio professionale indipendente.
 
In definitiva, agenti e bancari potranno decidere per la libera professione e per il proprio modello remunerativo optando per le provvigioni sulla distribuzione dei prodotti oppure per la parcella versata direttamente dal cliente (fee only). Con le nuove normative europee nei vari ambiti finanziario, assicurativo e del redito, oltre a un sempre maggiore impegno degli intermediari nella compliance normativa, ci sarà maggiore trasparenza a vantaggio del cliente: Ie imprese di investimento comunitarie dovranno competere in uno scenario di crescita delle competenze degli advisor, fintech, strumenti di investimento più efficienti, velocità ed efficienza nelle transazioni.
 
Tutto ciò potrà generare benefici per l’intero sistema. Sul lato del risparmio gestito, per l’investitore informato già oggi e possibile scegliere i migliori strumenti d’investimento. Ma, con lo sviluppo dei servizi di analisi e consulenza finanziaria indipendente, tutto questo sarà più agevole per il risparmiatore; quindi, potrà svilupparsi la domanda e con questa crescerà anche l’offerta di advisory senza conflitti.
 
I migliori gestori ed emittenti saranno premiati da una maggiore visibilità. Sarà riconosciuta e condivisa la maggiore efficienza rispetto ai competitor, e i migliori asset manager e product provider a livello globale saranno individuati più agevolmente. La fascia alta della clientela e oggi alla ricerca di protezione del proprio patrimonio, che vuole trasmettere ai parenti in modo semplice ed economico; mentre i clienti “private” vogliono maggiore efficienza nella gestione dei propri asset finanziari. La fascia dei “retail” è anche preoccupata dalla solidità del sistema bancario, oltre che dal timore di avere in portafoglio strumenti inefficienti e costosi.
 
Infine, le imprese hanno la necessità di disporre di un “direttore finanziario” in outsourcing per presidiare le aree operative riguardanti l’interazione con il sistema bancario, all’insegna di una maggiore efficienza complessiva del rapporto.
 
Già oggi la consulenza indipendente riesce a coprire tutte le esigenze dei vari target di clientela. Sono nate, infatti, società strutturate che prestano servizi per istituzionali, Hnwi (High net worth individual) ed ereditieri, ma sono anche presenti in tutta Italia singoli advisor e studi professionali per la consulenza a privati e famiglie che si avvalgono altresì di appassionati di finanza e giovani che non se la sentono di lavorare in una rete di promotori (consulenti fuori sede) o in banca come impiegati e addetti “private” e “corporate”.