Cresce il listino Hi-Mtf Resta il nodo liquidità

Consultique
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Cresce il listino Hi-Mtf Resta il nodo liquidità

Cresce il listino Hi-Mtf Resta il nodo liquidità
Cresce la pattuglia dei titoli bancari quotati sul circuito Hi-Mtf, il sistema multilaterale di negoziazione, che negli ultimi anni ha accolto banche non quotate per risolvere l’annoso problema della liquidabilità delle azioni. In particolare dopo la comunicazione Consob dell’ottobre 2016 che sollecitava questa strada, oggi sono 24 i titoli quotati (prevalentemente banche popolari) e altri istituti sbarcheranno nel corso del nuovo anno dopo i 6 approdati nel 2018 (si veda altro pezzo in pagina). 

Il circuito Hi-Mtf ha rappresentato una alternativa utile alle migliaia di risparmiatori, in possesso di titoli non quotati, che hanno voluto cedere le loro partecipazioni. Ma l’onda dei venditori è troppo pressante rispetto ai compratori e così gli scambi non decollano. Basta osservare il book delle contrattazioni in un qualsiasi giorno per avere il polso del fenomeno. Nel 2018 solo su otto titoli si sono registrati scambi sopra il milione di euro con Cassa Ravenna e Cr Asti in testa per il controvalore. Addirittura su 10 titoli quotati sono stati conclusi meno di 100 contratti. Poi ci sono le valutazioni, che soffrono il contesto di incertezza delle banche in Italia. La stragrande maggioranza delle azioni è arrivata su Hi-Mtf negli ultimi due anni e oggi solo un titolo è in rialzo rispetto al debutto. 

«I problemi da un punto di vista fondamentale - spiega Rocco Probo, analista Consultique - risultano differenti da banca e banca e in alcuni casi non è disponibile la semestrale del 2018, quindi le valutazioni sui dati di bilancio fanno riferimento alla fotografia di fine 2017. In generale i problemi principali di queste banche possono essere un price to book value (prezzo sul patrimonio netto, ndr) troppo alto, spesso a causa di determinazioni del prezzo poco allineate con le dinamiche del settore bancario italiano, e un peso elevato dei crediti deteriorati, ma la presenza o meno di questi problemi varia da banca a banca. In Italia i big bancari quotati hanno un rapporto P/bv tra lo 0,6 e lo 0,7% mentre tra le banche quotate su Hi-Mtf ci sono almeno sei casi di istituti che quotano sopra 1». Anche lo stesso Hi-Mtf monitora questo indicatore fondamentale e sebbene i prezzi dei titoli siano scesi molto, tre azioni (Apulia ordinarie, Credit Agricole Friuladria e Popolare del Frusinate) hanno un valore sopra 1 mentre Popolare Cortona e Popolare Lajatico stanno intorno a 1. 

Consultique analizza poi il livello di Cet1 (coefficiente patrimoniale, ndr), sulla base dell’ultimo bilancio disponibile, per le 21 banche monitorate. L’indicatore «oscilla - continua Probo - tra il 9% della Popolare Bari e il 24% della Pop. Ragusa. Su Bari pesano le rettifiche per i crediti deteriorati sulla scia anche delle richieste dell’autorità di vigilanza. Nelle prossime settimane sapremo quali saranno le misure adottate. Poi ci sono i crediti deteriorati con ben otto istituti quotati su Hi-Mtf che hanno crediti deteriorati netti superiori al 100% del patrimonio netto a fronte di una media delle banche italiane, che si attesta attorno al 65%. Ci sono anche esempi virtuosi come Credit Agricole Friuladria al 35% oppure Banca Popolare Alto Adige al 52%. Il listino mostra problemi di liquidità, ma se i titoli fossero stati quotati su un mercato tradizionale le penalizzazioni in termini di contrazione del prezzo per i risparmiatori sarebbero state peggiori». 


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