Deluso dall’Etf legato alla volatilità dei mercati

Consultique
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Deluso dall’Etf legato alla volatilità dei mercati

Deluso dall’Etf legato alla volatilità dei mercati
Premetto di avere sbagliato sicuramente quando un anno fa ho comprato questo Etf, visto come’è andato il mercato. Ma nelle ultime sedute mi aspettavo una reattività dello strumento finanziario.
La quotazione di oggi dell’Etf è negativa, mentre ho visto che l’indice Vix si è mosso. Ho calcolato decisamente male i rischi tipici di questo strumento. Anche se non ho capito ancora il funzionamento.
Il lettore ha comprato uno strumento che investe sulla volatilità dell’indice azionario americano S&P 500, ovvero sul Vix, chiamato spesso dalla stampa “indice della paura” poiché un aumento della volatilità è associato ovviamente a forti variazioni negli indici azionari (molto frequentemente al ribasso). 

Tale strumento dovrebbe consentire di guadagnare proprio quando nel mercato aumenta la volatilità. «Si tratta di una materia piuttosto complessa per un investitore medio ma proviamo comunque a spiegare in cosa consiste questo indice Vix – spiegano da Consultique –. Sul mercato sono quotati dei derivati, chiamati “opzioni”, il cui valore dipende oltre che dalle variazioni del sottostante anche dall’attesa del mercato riguardo la volatilità futura (in gergo più tecnico si parla di “volatilità implicita”). Si può pertanto estrarre dalle quotazioni delle opzioni il dato di volatilità che gli operatori si aspettano per il prossimo futuro e questo costituisce il valore del Vix».

È abbastanza intuitivo comprendere che essendo un valore derivato da quotazioni di altri strumenti non vi è modo di detenere fisicamente volatilità e, volendo investirci, bisogna utilizzare dei derivati (futures) sull’indice. Pertanto ciò che replica l’Etf acquistato dal lettore non è l’indice Vix ma l’andamento dei futures scritti sull’indice Vix. Come per le commodities questo particolare è tutt’altro che irrilevante ed ha causato comprensibilmente la confusione del lettore.

futures infatti hanno una scadenza predefinita e l’Etf periodicamente deve rinnovarli per continuare a rimanere investito. La scelta della frequenza con cui effettuare queste operazioni è molto rilevante: per seguire il più fedelmente possibile l’andamento reale del Vix dovrebbe detenere sempre il future più vicino alla scadenza ma questo comporterebbe una maggior frequenza di rinnovo con elevati costi; di contro usare future con scadenza lontana riduce di molto i costi a carico del fondo ma comporta una minore fedeltà di replica delle variazioni del Vix.

Evidentemente il lettore si è trovato in questa seconda condizione. Analizzando l’andamento dell’Etf nei mesi estivi osserviamo una similitudine con i movimenti dei futures con scadenza tra ottobre e dicembre che si sono mossi molto meno rispetto al valore spot del Vix.

«A causa del meccanismo complesso di questi strumenti, dei costi dovuti al rinnovo delle posizioni in futures ed alle conseguenti inefficenze nella replica, in genere sconsigliamo all’investitore medio di utilizzare questi strumenti senza essere adeguatamente consigliato. In ogni caso l’utilizzo di tali strumenti è opportuno solamente in ottica di brevissimo temine come purtroppo ha potuto constatare il lettore», precisano da Consultique.

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