Figlio di una dipendente Carige teme per il gruppo

Consultique
Consultique

Figlio di una dipendente Carige teme per il gruppo

Figlio di una dipendente Carige teme per il gruppo
Figlio di una dipendente Carige teme per il gruppo
La posta del risparmiatore: Il nostro intervento su Plus24 di sabato 15 luglio 2017

Vi scrivo perché la fine del “quantitative easing” mi sta facendo preoccupare riguardo la tenuta di Carige.
Sono due i due motivi che mi inquietano: è la banca dove attualmente deposito, in secondo luogo vi lavora mia madre che ha 52 anni e che dunque difficilmente potrebbe beneficiare di un eventuale prepensionamento.
Nel caso in cui sia necessario un salvataggio, è ancora possibile che si trovino garanzie economiche nello Stato? O sarebbe più evidente un bail-in? Infine, se la banca venisse assorbita da un altro gruppo, che fine farebbero i dipendenti?
Vi sottopongo poi un’ultima questione: per evitare di raggiungere i 100mila euro su un solo conto, abbiamo optato per una partizione del capitale, depositando anche presso Banco Azzoaglio; tuttavia non mi è chiaro quanto sia sicura questa banca. Oggi come oggi non ci sono più molte certezze.


Carige ha problemi di governance. Dal 17 maggio si sono dimessi cinque consiglieri (3 il 12 giugno) e la cosa è all'attenzione delle autorità di vigilanza, Consob compresa. Certezze sul suo futuro non ce ne sono. «La banca è impegnata in una complicata trattativa con le autorità europee – spiega la società di consulenza indipendente Consultique, che ha risposto a questa lettera –. Lo scorso 3 luglio si è tenuto un consiglio di amministrazione presieduto dal nuovo amministratore delegato, Paolo Fiorentino, che ha definito una nuova strategia per incrementare il patrimonio di 700 milioni di euro, superiore ai 450 annunciati a febbraio, da realizzarsi entro fine anno». 

I cardini del piano sono: 1) un aumento di capitale di 500 milioni con diritto d’opzione (da avviarsi in autunno per il quale ci sarebbe già un accordo di pre-garanzia con Credit Suisse e Deutsche Bank), 2) la cessione di attivi per 200 milioni, principalmente immobili di pregio. Inoltre, è prevista la costituzione di una piattaforma per la gestione degli attivi non performanti con apertura del capitale a un investitore specializzato ed è in fase di ultimazione la cartolarizzazione di Npl (non performing loans) da 940 milioni con Gacs.

«Il programma deve essere approvato dalla Bce che potrebbe chiedere ulteriori aggiustamenti - spiega Consultique –. Pertanto, è prematuro esprimere un giudizio sulla necessità di un salvataggio dall’esterno in capo al pubblico o al privato e nulla esclude che, se non dovesse farcela con il piano predisposto, potrebbe entrare nell’orbita di altri gruppi. Né si possono prevedere gli effetti sui livelli occupazionali. In generale, la tendenza, come per tutti i recenti salvataggi, è di gestire gli esuberi con uscite volontarie e incentivate»

Anche per Mps l’accordo con le autorità europee prevede uscite di 5.500 dipendenti entro il 2021 la maggior parte dei quali attraverso l’attivazione del fondo di solidarietà (originariamente se ne ipotizzavano anche 10mila). Prima dei licenziamenti inoltre si potrebbero porre in essere misure per contenere il costo del lavoro (ad esempio contratti di solidarietà). 
Per i depositi, il principio della diversificazione su più istituti nei limiti dei 100mila euro è in generale, quando possibile, una buona autotutela. 

Banca Azzoaglio è un piccolo istituto (totale attivi quasi 1 miliardo di euro) con sede a Ceva di proprietà dell’omonima famiglia. Dal proprio sistema di rating bancario Consultique attribuisce all’istituto un giudizio generale più che sufficiente. 

«Dall’esame dei dati di bilanci emerge uno sforzo della banca nel diversificare le fonti di reddito ed una crescita costante del collocamento di prodotti gestiti che accrescono e stabilizzano il margine da servizi – concludono da Consultique –. Fa da contraltare la concentrazione geografica (tipica dei piccoli istituti) ed il tasso di copertura complessivo dei crediti deteriorati al 31 dicembre 2016 al di sotto della media delle banche meno significative (36,29% contro un 44,8%)».