La frontiera del mercato africano è a portata di Etf su Borsa Italiana

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La frontiera del mercato africano è a portata di Etf su Borsa Italiana

La frontiera del mercato africano è a portata di Etf su Borsa Italiana
Nigeria, Egitto e Marocco sono tra i principali Paesi che dovrebbero accompagnare l’Africa del Sud nella spinta economica del continente, secondo gli analisti di PwC

La definizione dell’asset class “Frontier Markets” è recente e ampia. Include tutti quei Paesi che rappresentano i nuovi mercati emergenti, ancora alle prime fasi di sviluppo. Si cerca, in questo modo, di differenziarli da quei Paesi ormai maturi e, pertanto, con caratteristiche economiche e sociali totalmente differenti. All’interno di questa categoria ricopre un ruolo importante il continente africano, che presenta per il prossimo futuro opportunità interessanti, soprattutto in Paesi come Nigeria, Egitto e Marocco, che dovrebbero accompagnare l’Africa del Sud nella spinta economica del continente. La realtà nigeriana è sicuramente quella più interessante, sia per crescita potenziale sia in termini di incognite che potrebbero mettere in discussione le attuali stime degli analisti. Secondo la ricerca di PwC, nel 2050 la Nigeria potrebbe diventare la quattordicesima economia al mondo, grazie a una crescita media di lungo periodo del Pil del 4% annuo (vedi grafico 1). Questi valori, in realtà, rappresentano già una revisione al ribasso del precedente valore stimato dagli stessi analisti nel 2015, quando ipotizzavano una crescita media annua fino al 2050 del 5,2%.

A far mutare tale condizione è stato il crollo del prezzo del petrolio, di cui la Nigeria è il principale esportatore nel continente africano. Una minore dipendenza dal settore energetico e una maggiore diversificazione economica renderebbero più stabile e robusta la crescita del Paese, che sarà a ogni modo spinta dalla forte pressione demografica. Si stima, infatti, che nel 2050 la Nigeria diverrà la terza nazione più popolosa del mondo, con circa 400 milioni di abitanti, pari a circa il 56% della futura popolazione europea.

La gestione politica di cambiamenti sociali così radicali non è sicuramente banale, soprattutto considerando la coesistenza di diversi orientamenti religiosi tra le diverse regioni.
n Africa, secondo lo stesso studio di PwC, la seconda nazione con più elevati tassi di crescita medi del Pil fino al 2050 sarà l’Egitto, con valori, anche in questo caso, attorno al 4%. Si prevede che nel 2050 sia l’Egitto sia la Nigeria, con questo passo, supereranno per prodotto interno lordo, a parità del potere di acquisto, sia l’Italia sia il Canada. Al di là delle prospettive di crescita di lungo periodo, tuttavia, entrambi i Paesi sopraccitati affrontano gravi problematicità nell’immediato, con tassi d’inflazione a doppia cifra.


 
La frontiera del mercato africano è a portata di Etf su Borsa Italiana
In un’ottica di più breve termine, nell’orizzonte economico africano l’Africa del Sud mantiene ancora il suo ruolo di economia più industrializzata del continente, nonostante la crisi che sta attraversando. Nel primo trimestre del 2017, il Pil ha avuto un tasso di crescita negativo, replicando la decrescita osservata anche nell’ultimo trimestre dell’anno. L’Africa del Sud era, quindi, ritornata in recessione, dopo esserlo stata l’ultima volta nel 2009. Nel secondo trimestre del 2017, tuttavia, il risultato del Pil ha sorpreso positivamente le stime degli analisti, registrando un incremento del 2,5%; il tasso di disoccupazione resta, in ogni caso, molto elevato, vicino al 28%.

L’asset class Frontier Markets, che comunque non si limita al solo continente africano, rappresenta chiaramente un investimento di nicchia. Per questo motivo, è più comune trovare fondi a gestione attiva che investono su questi mercati. Tuttavia, un investitore interessato ai mercati di frontiera africani può trovare anche sul segmento ETFplus di Borsa Italiana alcuni prodotti a replica passiva che, in parte o del tutto, si concentrano su questi Paesi (vedi tabella 1). Il classico indice Msci Emerging Markets non rappresenterebbe una soluzione adeguata, dato che include solo il Sudafrica e con una percentuale piuttosto limitata. Per coprire direttamente il mercato azionario dell’Africa del Sud sono disponibili tra l’altro due strumenti: il Lyxor South Africa Ftse/Jse Top40, che replica le performance delle quaranta società sudafricane con più elevata capitalizzazione, e l’iShares Msci South Africa, che, diversamente, investe in un paniere di azioni maggiormente diversificato. Il primo Etf è a replica sintetica, mentre il secondo adotta una replica fisica.

Per avere un’esposizione su più Paesi africani, è invece disponibile il Lyxor Pan Africa, il cui benchmark include le 10 società più capitalizzate di ogni zona considerata, ovvero l’Africa del Sud, il Nord Africa (incluso Egitto e Marocco) e l’Africa subsahariana, escluso il Sudafrica. Infine, si potrebbero utilizzare quegli strumenti che si concentrano sull’intera asset class dei Frontier Markets, come lo Spdr Msci Emerging Markets Beyond Bric, all’interno del quale il Sudafrica aumenta notevolmente il suo peso ed in cui è presente, anche se marginalmente, l’Egitto, oppure il db x-trackers Select Frontier, che ha, tra gli altri Paesi in cui investe, il Marocco e la Nigeria. Degli ultimi tre strumenti citati, solo quello emesso da SPDR ETFs adotta la replica fisica, mentre i restanti Etf impiegano una replica sintetica; tutti gli strumenti sono ad accumulazione dei proventi.