La performance degli strumenti finanziari green

Consultique
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La performance degli strumenti finanziari green

LA PERFORMANCE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI GREEN
LA PERFORMANCE DEGLI STRUMENTI FINANZIARI GREEN

 

I mercati finanziari sostenibili stanno crescendo sempre di più. Gli asset ESG (environmental, social e governance) dei fondi sono cresciuti del 170% dal 2015. I green bonds nella Zona Euro sono aumentati sette volte tanto nello stesso periodo.    

IFs: Fondi di investimento
HHs: Family Office
ICPFs: Aziende assicurative; Fondi pensione 

FONDI ESG: UNA SVOLTA PER GLI INVESTITORI?
Buona parte degli investitori europei hanno incluso nei loro portafogli dei fondi ESG dall'inizio del coronavirus. L’esposizione totale dei settori della Zona Euro ai fondi ESG é aumentata del 20% nell’ultimo anno. Family office, fondi pensione e aziende assicurative possiedono oltre il 60% dei fondi ESG europei (Grafico 1). Nel primo trimestre del 2020, le istituzioni finanziarie europee e gli investitori, guidati da family office, hanno ridotto le loro quote non-ESG (in diminuzione dell'1-8%, variando da un settore all’altro) a favore di fondi ESG (in aumento del 4-10%). La sottintesa resilienza dei fondi ESG durante i periodi di turbolenza dei mercati potrebbe riflettere una nicchia di investitori di base più devoti , nonché una minore esposizione a settori sottoperformanti come l'energia (Grafico 2). Nonostante vi sia una discussione da parte dell’EU Ecolabel (Ecoetichetta europea) sui prodotti finanziari retail alla Commissione Europea, non c'è attualmente una definizione e delle norme comuni per i fondi ESG, lasciando spazio alla creazione di fenomeni quali il “greenwashing”.

LE OBBLIGAZIONI GREEN NEL MIRINO DELLE BANCHE
Con lo sviluppo dei mercati green anche le banche della Zona Euro hanno rafforzato il loro ruolo nel finanziamento della cosiddetta “green economy”. Le stesse banche hanno inoltre aumentato la quota di obbligazioni green nei loro portafogli (Grafico 3), sebbene la quota mediana di investimenti green ad oggi sia appena superiore all'1% del totale dei titoli detenute dalle banche.     Tuttavia, le banche stanno anche aumentando la propria emissione di obbligazioni green, in alcuni casi per fornire opportunità di finanziamento sostenibile alle aziende tradizionalmente finanziate con prestiti. Nel terzo trimestre del 2020, le nuove emissioni di obbligazioni green hanno rappresentato il 13% del totale delle emissioni di obbligazioni bancarie della Zona Euro, rispetto al solo 4% nel primo trimestre del 2020, a seguito della rapida espansione del mercato delle obbligazioni green nella seconda metà dell’anno.

IL PROCESSO DI TRANSIZIONE VERSO LA SOSTENIBILITÀ
I mercati finanziari possono contribuire a sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile e a ridurre la vulnerabilità dei rischi legati al clima. Sebbene i possibili fallimenti del mercato possano derivare da una incompleta e insufficiente comunicazione dei dati ambientali, l’aumento delle emissioni obbligazionarie in risposta alla pandemia offre l’opportunità di ampliare i mercati finanziari green. La resilienza degli strumenti finanziari green, durante le recenti turbolenze dei mercati, suggerisce che gli investitori non debbano per forza sacrificare le loro performance per contribuire a promuovere la transizione verso un’economia più “verde”, bensì le due componenti
(profitto e sostenibilità) possono perfettamente procedere nella stessa direzione.

Come si rapportano gli investitori con gli strumenti finanziari green?
Ne abbiamo discusso con Rocco Probo, analista finanziario per l’Ufficio Studi e Ricerche di Consultique, l’azienda leader in Italia per la consulenza finanziaria “fee only”.


1. Molti report hanno dimostrato che la maggior parte dei clienti delle aziende richiedono di integrare i criteri ESG nei propri portafogli. Come si rapportano i vostri clienti con i criteri ESG?
Anche nel nostro caso si possono confermare le conclusioni di molti report nei quali si testimonia il maggiore interesse verso l’introduzione di logiche e criteri ESG nella costruzione del portafoglio. Ciò che osserviamo, ad ogni modo, è che il tema è già molto forte nei clienti istituzionali e nei clienti retail più giovani. La platea di interessati si sta comunque rapidamente allargando.

2. Oltre al rendimento, i vostri clienti sono interessati alle questioni ambientali e sociali?
Se un investimento, a parità di rendimento, agisse positivamente su tematiche ambientali e sociali difficilmente verrebbe rifiutato. Quindi non credo sia tanto questo il tema, quanto invece la decisione legata alla possibilità che vi sia un trade-off tra rendimento e attenzione alle tematiche ambientali e sociali.  
Ragionando teoricamente, le imprese socialmente e ambientalmente più attente dovrebbero essere meno rischiose quindi dovrebbero finanziarsi a tassi più bassi rispetto alle competitor meno attente a questi temi. Anche fossero pochi punti base di differenza, si tratterebbe di un differenziale che, in un’epoca di tassi sotto zero, può essere determinante. Finora questo tema si è presentato in modo poco netto, in quanto, a mio avviso, il mercato ESG non è ancora sufficientemente maturo, ma in prospettiva dovrebbe essere maggiormente affrontato.

3. Pensate che nella classica analisi finanziaria i criteri ESG possano avere un ruolo centrale?
I criteri ESG possono offrire spunti interessanti per comprendere la gestione di un’impresa, quindi, possono avere un peso anche nella classica analisi finanziaria. Ciò che mi sembra fondamentale, tuttavia, è riuscire a portare avanti un lavoro comune tra analisti, società di rating e gli stessi addetti delle imprese alle relazioni con gli investitori per ottenere un efficace scambio di informazioni. Su questo punto la Commissione Europea nel piano di strutturazione dell’Unione dei Mercati dei Capitali sta cercando di incidere positivamente.

4. Quali sono gli strumenti ESG che inserite più spesso nei vostri portafogli?
Gli strumenti di risparmio gestito, quindi fondi ed ETF, sono al momento quelli che preferiamo e inseriamo nelle soluzioni di portafoglio socialmente responsabile. L’offerta è ampia e sta crescendo velocemente quindi si riesce a costruire agevolmente una asset allocation completa e strutturata per raggiungere gli obiettivi dei clienti. Si tratta di una modalità di investimento in linea con la prassi della consulenza in quanto garantisce in modo semplice ed efficace una buona diversificazione di portafoglio.

5. ESG investing e consulenza indipendente possono essere due punti cardine nel settore finanziario?
Le masse raccolte da ETF ESG in Europa lo scorso anno hanno superato le masse raccolte da ETF non ESG. L’ESG investing è quindi già un punto cardine del settore finanziario. L’impegno di Consultique e dell’Ufficio Studi è chiaramente quello di far crescere la consulenza indipendente cercando di far comprendere agli investitori tutte le dinamiche legate ai mercati finanziari, incluse quelle dell’investimento socialmente responsabile.