Prendere posizione sull’economia tedesca attraverso l’utilizzo di Etf e di Etn

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Prendere posizione sull’economia tedesca attraverso l’utilizzo di Etf e di Etn

Prendere posizione sull’economia tedesca attraverso l’utilizzo di Etf e di Etn
Sulla Germania pesano il rallentamento economico e l’incertezza degli esiti delle elezioni europee, ma è già possibile posizionarsi sul Paese sia long che short

Sull’Eurozona si concentreranno, nei prossimi mesi del 2019, molte delle attenzioni degli operatori di mercato. Innanzitutto, le elezioni parlamentari europee riscriveranno la composizione degli equilibri politici nelle istituzioni dell’Unione europea, con il rischio dell’affermazione di partiti politici di estrema destra e con l’incognita in merito alla conformazione della coalizione che sosterrà la prossima Commissione europea. Superato l’appuntamento elettorale, sarà la nomina del sostituto di Mario Draghi come presidente della Banca Centrale Europea a interessare i mercati. A ogni modo, in tutti i prossimi mesi i mercati testeranno l’effettivo stato di salute dell’economia della zona Euro, all’interno della quale l’economia tedesca, oltre a rappresentare una posizione di primaria importanza, si caratterizza per un alto grado d’incertezza sui futuri sviluppi. Soffermando l’analisi sull’economia tedesca, il Governo ha ridotto in modo significativo le stime di crescita per il 2019, dal +1,8% prima al +1% e, successivamente, al +0,5%, dopo un 2018 che si era concluso con un tasso di crescita del +1,5%: valore che evidenziava già una contrazione rispetto all’andamento registrato negli anni precedenti, quando il prodotto interno lordo tedesco cresceva con ritmi superiori al +2%.

Analizzando le stime prodotte dai Governi dell’Eurozona, la Germania dovrebbe crescere meno dell’Italia nel 2019, anche se sulla stima di crescita italiana sono molti i dubbi da parte dei vari istituti di ricerca. Nell’individuare le cause del rallentamento tedesco, si sono spesso analizzate cause esterne, sottostimando probabilmente le dinamiche interne al continente europeo. La guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti è stata, infatti, considerata da molti analisti come la causa primaria di tale andamento. In realtà, osservando i dati sull’impatto della domanda di prodotti tedeschi da parte delle varie economie del mondo, presentati nel grafico 1, si nota che la contrazione del commercio con la Cina ha contribuito negativamente, per meno del -0,08% del Pil tedesco. Si tratta di un contributo negativo inferiore, in valore assoluto, rispetto a quello registrato nei confronti del commercio con la Svizzera, con l’Italia, con la Francia, ma soprattutto con la Turchia. La contrazione degli scambi tra Germania e Turchia, infatti, ha contribuito per oltre un -0,2% del Pil. La causa del rallentamento tedesco sembrerebbe, quindi, essere maggiormente legata al rallentamento delle principali economie europee e alle vicende politiche di Paesi vicini, ridimensionando probabilmente l’immagine della Germania come locomotiva del continente europeo. La spinta positiva all’economia tedesca arriva, invece, dalla domanda interna e dal settore dell’edilizia, nel quale tuttavia continuano ad aumentare i sintomi della presenza di una bolla. Nel 2018, a Berlino, si è avuto il mercato immobiliare con la più rapida crescita al mondo, ma il prezzo degli affitti è continuato a crescere, negli ultimi anni, a tassi vertiginosi in tutte le principali città tedesche. Tale argomento sta caratterizzando la campagna elettorale per le elezioni europee 2019 e le proposte per una nazionalizzazione delle grandi società immobiliari si susseguono nei dibattiti. Sulla base delle analisi e delle previsioni sull’andamento dell’economia tedesca, un investitore potrebbe agevolmente prendere posizione, sia lunga sia corta (anche a leva), attraverso gli Exchange traded fund (Etf) ed Exchange traded note (Etn) presenti su Borsa Italiana (vedi tabella 1).

Nello specifico, sono diciannove i prodotti che permettono un’esposizione all’economia tedesca, di cui sei sono Etn, mentre i restanti sono Etf. Il semplice investimento long sul Dax 30, classico indice azionario tedesco delle trenta imprese a maggiore capitalizzazione, può essere effettuato attraverso quattro strumenti, ovvero l’iShares Core Dax Ucits Etf (De), il Lyxor Dax Ucits Etf, l’Xtrackers Dax Ucits Etf 1C e l’Amundi Etf Dax Ucits Etf Dr. Per prendere una posizione long, ma diversificata rispetto a quella sulle blue chip, possono invece essere utilizzati l’iShares MDax Ucits Etf (De), che investe in aziende a media capitalizzazione, e il WisdomTree Germany Equity Ucits Etf Eur Acc, che replica un indice ponderato per i dividendi di società quotate sulle diverse Borse tedesche che generano meno dell’80% dei loro proventi in Germania. Tutti questi Etf a replica passiva tradizionali prevedono la capitalizzazione dei dividendi e la replica fisica completa del benchmark. Ai fondi sopraelencati si aggiungono gli strumenti che permettono di esporsi short o a leva (sia lunga sia corta) sui principali indici tedeschi. Nello specifico, è possibile assumere una posizione short attraverso l’Xtrackers Shortdax Daily Swap Ucits Etf 1C, short a leva due attraverso gli Etf di Xtrackers, Lyxor e Legal & General, e short a leva tre attraverso gli Etn promossi da Société Generale, Boost e WisdomTree, che sono disponibili anche nelle versioni long a leva tre.