Armellini (Nafop): “Rilevazione Ocf ‘coming out’ dei fee-only. Ma siamo almeno il doppio”

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Armellini (Nafop): “Rilevazione Ocf ‘coming out’ dei fee-only. Ma siamo almeno il doppio”

Armellini (Nafop): “Rilevazione Ocf ‘coming out’ dei fee-only. Ma siamo almeno il doppio”
“Un atto di fede: un vero e proprio outing collettivo da parte di professionisti della finanza che, nonostante dieci anni di attese, non hanno perso la fiducia nelle istituzioni”. Così Cesare Armellini, presidente di Nafop, associazione nazionale dei consulenti fee-only, ha definito la compilazione del questionario Ocf, volta a stabilire quanti professionisti potrebbero iscriversi alla sezione relativa ai consulenti autonomi.
La rilevazione dell’Organismo dei consulenti finanziari si è conclusa a fine 2016 e ha visto la volontà di circa 1.500 operatori di iscriversi alle nuove sezioni dell’albo dedicate agli indipendenti (requisito previsto dall’art. 5 del Decreto MEF 206/2008).
 
“Un risultato straordinario”, commenta Armellini a Citywire.it, “anche se riteniamo che siano almeno altrettanti quelli che hanno abbandonato per vari motivi il questionario, prima di terminarlo”.

Gli fa eco Luca Mainò, cofondatore della società di consulenza finanziaria indipendente Consultique e parte del Direttivo NAFOP. “Da nostre stime, verificate negli incontri che facciamo da anni in tutte le città d’Italia, esistono almeno il doppio dei ‘fee-only planner’ che si sono manifestati nella rilevazione Ocf; tremila soggetti pronti per la consulenza indipendente”.

Un’ulteriore conferma, secondo i dirigenti di Nafop, che molti consulenti finanziari, private banker, gestori e neolaureati sono in attesa del nuovo Albo per poter cambiare vita professionale.
L’ultima proroga?
Un’attesa che va avanti dal 2007 a colpi di proroghe che estendono l’autorizzazione ai consulenti finanziari indipendenti affinché possano operare anche in assenza dell’Albo, per il quale si attende ancora l’apertura della apposita sezione. Eppure, la proroga contenuta nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri del 29 dicembre 2016 potrebbe essere l’ultima.

Nonostante tutto il settore della consulenza sia ancora in attesa delle autorizzazioni e dei regolamenti del Ministero delle Finanze prima, e della Consob poi  – che dovrebbero vedere la luce nella prima metà di quest’anno – per la serie ‘Ce lo chiede l’Europa’, sembra infatti che l’entrata in vigore della MiFID 2 il 3 gennaio 2018 sancirà definitivamente la fine del limbo legislativo legato all’apertura della Casa della consulenza.

“Già più di quindici anni fa, quando ebbi l’idea di portare in Italia la consulenza finanziaria indipendente, si percepiva che la strada verso il modello fee-only, slegato dal sistema distributivo, non sarebbe stata delle più facili”, racconta Armellini.

“Noi eravamo semplicemente convinti che in un sistema bancocentrico ci fosse spazio per un soggetto nuovo che potesse affiancare il cliente nelle scelte legate alla sua sfera finanziaria. La presenza oggi sul mercato di molti studi professionali e società di consulenza dimostra che l’intuizione era corretta”.

 
Casa della consulenza, c’è spazio per tutti
Complice la MiFID 2, i tempi sono ormai maturi per un’evoluzione del settore che, secondo Luca Mainò, sarà più omogenea perché i vari soggetti coinvolti nella consulenza e nel rapporto diretto con il cliente metteranno a fattor comune il modello a parcella.

“Anche banche e reti inizieranno a cimentarsi nella consulenza a parcella e ciò accrescerà la consapevolezza dei clienti più attenti, che richiederanno prodotti e servizi sempre più efficienti, stimolando anche l’intera industria del risparmio gestito”, spiega Mainò. Che in merito alla prossima apertura della Casa della consulenza, e ai rapporti che si instaureranno con i ‘vicini di casa’, anticipa un clima sereno e disteso, improntato a una collaborazione costruttiva.

“Tra gli ex PF, oggi consulenti fuori sede, ci sono molti amici con cui c’è un confronto quotidiano sulle metodologie di lavoro, di remunerazione, su come si evolve il rapporto con il cliente. Siamo pronti a dare il nostro apporto e siamo certi che si potrà lavorare bene insieme per lo sviluppo della consulenza finanziaria”. Niente convivenza forzata, insomma: ovunque il cliente decida di bussare, nella Casa della consulenza c’è spazio per tutti.
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