Come scegliere i fondi aperti più efficienti. I caricamenti toccano il 4%

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Come scegliere i fondi aperti più efficienti. I caricamenti toccano il 4%

Fonte: Il Sole 24 Ore; 11/09/04 


Costi / Come scegliere i fondi aperti più efficienti 


I caricamenti toccano il 4%


La maggior parte ha oneri di sottoscrizione una tantum a quota fissa che variano da 5 a 77 euro


Come ormai già noto, il passaggio da un sistema retributivo ad un sistema contributivo risulta  penalizzante soprattutto per le nuove  generazioni di lavoratori che in media percepiranno tra il 10% e il 15% in meno rispetto al passato, è il caso della categoria dei dipendenti.  Mentre ancor più svantaggiate nell’applicazione del nuovo calcolo, sono le categorie come i lavoratori autonomi e i parasubordinati che versano una percentuale ridotta di contributi ( 20% e 19,6% contro il 33% dei dipendenti), che nel calcolo della nuova pensione  possono produrre  punte inferiori anche del 30/40% rispetto agli attuali pensionati.


Quindi, per assicurarsi un futuro sereno è  importante conoscere bene la propria situazione pensionistica obbligatoria (metodo di calcolo, contributi versati, età di pensionamento) per determinare le prestazioni previdenziali che si riceveranno quando si smetterà di lavorare. Tutto ciò rappresenta il punto di partenza per quantificare il gap pensionistico e le relative risorse finanziarie da accantonare ai fini del raggiungimento del tenore di vita desiderato. Una buona conoscenza dell’offerta previdenziale complementare e le eventuali agevolazioni fiscali in essere completano il quadro informativo per evitare cattive sorprese negli anni a venire. Fino ad oggi si è assistito ad uno sviluppo molto contenuto del c.d. secondo pilastro in modo particolare dei fondi pensioni aperti costretti ad assumere un ruolo residuale rispetto ai fondi chiusi.


Alla luce delle linee guida tracciate dalla legge delega in materia previdenziale, approvata lo scorso luglio, tra cui la possibilità di destinare il TFR alla previdenza complementare mediante l’istituto del silenzio-assenso e in generale l’equiparazione delle diverse forme pensionistiche, pone i fondi pensione aperti in una posizione di equivalenza rispetto a quelli chiusi. Quindi nasce l’esigenza dei lavoratori di doversi orientare tra le molteplice offerte della previdenza complementare comprese le polizze assicurative. Ruolo fondamentale assume la piena trasparenza e comparabilità dei costi.


In tabella 1 si è provveduto a riclassificare le  287 linee di investimento dei fondi pensioni aperti presenti sul mercato italiano. Sono state individuate cinque tipologie in funzione della natura del benchmark che ciascuna linea dichiara. Così alla tipologia obbligazionario/monetario puro appartengono le linee che dichiarano un benchmark, singolo o composto, esclusivamente di natura obbligazionaria e/o monetaria, mentre alla linea azionario puro chi dichiara al 100% benchmark azionari. Le altre sono composte da  mix diversi tra azionario e obbligazionario.


Soltanto 3 linee appartengono all’azionario puro mentre la maggiore concentrazione è nella categoria mista con 110 linee e seguita con 84  da quella puramente obbligazionaria/monetaria. Nei FPA possono esistere diverse tipologie di oneri a carico dell’aderente oltre alla commissione di gestione ed altre spese decurtate direttamente dal valore del fondo. Una loro conoscenza è utile per far delle scelte, le più oculate, per il proprio futuro pensionistico.  Un primo onere è la c.d. “commissione una tantum” ossia una commissione di sottoscrizione pagata  all’atto dell’adesione generalmente dal primo versamento. Come si vede dalla tabella 2 su 287 linee, sono 229 che applicano tale tipo di costo, quindi molto utilizzata dai fpa. Come si evince dalla tabella 3 è in quota fissa e va da 5 a 77,47 euro anche se esistono 8 fondi che la applicato come percentuale tra 0,5% e il 3% del primo versamento. Ad ogni modo tale tipologia di onere ha un impatto molto ridotto e minimale. Invece un impatto molto rilevante, soprattutto su versamenti di piccoli importi annui, può avere la “commissione di gestione per la posizione individuale” che semplicemente potremmo definire un caricamento annuale su di un piano d’accumulo. Sono molto presenti nei Fpa e mediamente sono rappresentati da una quota fissa compreso tra 1,25 e 20,66 euro prelevate annualmente dal primo versamento dell’anno, però ne esistono 27 su 208 che applicano una percentuale dal 0,5% al 4% del contributo versato. Meno frequenti sono le commissioni di conversione e trasferimento. Le prime vengono pagate quando nello stesso fpa si decide di cambiare linea d’investimento passando ad esempio da una soluzione azionaria ad una obbligazionaria. Utili da tenere in considerazione se si pensa a degli swich frequenti. Mentre quelle di trasferimento, che possono arrivare anche a 61,77 euro vengono applicate quando si decide di cambiare fondo pensione. Le linee a capitale garantito sono pari a 46 di cui 38 offrono un rendimento minimo garantito dall’1,5% al 3% al netto degli oneri quali le commissioni una tantum e di gestione per la posizione individuale. Dei fpa, di rado,   prevedono altre tipologie di oneri a carico dell’aderente come le commissioni di anticipazione e di riscatto, hanno però un impatto poco rilevante. Un approfondimento merita la “commissione di gestione” prelevata direttamente in capo al fondo, la categoria obbligazionaria/monetaria pura, può arrivare ad avere commissioni fino al 2% annue, generalmente sono le linee col minimo garantito. Purtroppo le commissione di gestione di questa tipologia di linee appaiono più alte della media dei fondi comuni della stessa natura. Infine è da rilevare che tra le 287 linee ne esistono 18 che non presentano ne commissioni una tantum, ne commissioni di gestione per la posizione individuale e nemmeno di conversione e trasferimento e forse non a caso presentano le commissioni di gestione, tra la più basse dei rispettivi gruppi.


 - Giuseppe Romano -

 

1 – Le linee d’investimento dei fondi aperti (FPA)

 

































Tipologia assegnata % di benchmark obbligazionari dichiarati % di benchmark azionari dichiarati
Obbl./Mon. Puro 100%  -
Obbl. Parziale da 80% a 100% da 0 a 20%
Mista da 21% a 79% da 21% a 79%
Azionario Parziale da 0 a 20% da 80% a 100%
Azionario Puro - 100%

Fonte: Elaborazione Consultique su dati dei prospetti informativi

 

 

2 – Numero di linee d’investimento dei Fpa per tipologie di costi

 


































































Tipologia Numero FPA una Tantum posizione individuale conversione trasferimento garanzia (1)
Obbl/Mon Puro 84 69 64 29 47 30
Obblig parziale 49 39 34 16 29 13
Mista 110 85 80 47 68 3
Azionario parziale 41 33 27 8 19 0
Azionario puro 3 3 3 1 3 0
totale 287 229 208 101 166 46

Fonte: Elaborazione Consultique su dati dei prospetti informativi

Note: (1) di cui  38 fondi con rendimento minimo dal 1,5% al 3%

 

 

3 – Principali oneri delle linee d’investimento dei  Fpa per tipologia di voce

 



















































Tipologia una tantum(1)     posizione      individuale(2)  conversione  trasferimento      gestione
Obbl/Mon Puro da 10 a 77,47 da 1,25 a 31 da 10 a 25,82 da 10 a 61,97 da 0,55% a 2%
Obblig parziale da 5 a 61,97 da 12,61 a 20,66 da 10,33 a 25,82 da 10,33 a 61,97 da 0,6% a 1,95%
Mista da 5 a 77,47 da 1,25 a 31 da 10 a 25,82 da 10 a 61,97 da 0% a 2,6%
Azionario parziale da 10,33 a 77,47 da 1,25 a 30 da 10 a 15,49 da 10 a 51,64 da 0,8% a 2%
Azionario puro da 15,5 a 40 da 18 a 20,66 10,33 da 10,33 a 25 da 1,44% a 2,1%

 

Fonte: Elaborazione Consultique su dati dei prospetti informativi

Note: (1) di cui 8 fondi applicano dal 0,5% al  3%  del versamento; (2)  di cui 27 fondi applicano dal 0,5% al 4% del versamento;