Con il Kid più informazioni (tranne una)

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Con il Kid più informazioni (tranne una)

Con il Kid più informazioni (tranne una)
Non solo Mifid2. Il 2018 porta in dote anche il nuovo Kid (Key information document) per polizze unit-linked, bond convertibili, derivati, prodotti emessi da Spv (Special purpose vehicle). L’obiettivo del nuovo Kid (almeno otto sezioni nelle quali l’investitore deve trovare le informazioni chiave) è quello di assicurare una “migliore” trasparenza informativa. Obiettivo nobile, quello del regolamento Ue n.1286/2014 (provvedimento diverso da quello che ha introdotto la Mifid2), che però ha mancato l’occasione di introdurre nel Kid gli scenari probabilistici, cioè le probabilità di perdere e di guadagnare sugli investimenti non azionari. Ma andiamo con ordine. 

Il contesto generale 

Il 26 novembre 2014 è stato emanato il regolamento Ue 1286/2014 (recepito in Italia con il Dlgs 224 del 24/12/2016) sui documenti contenenti le informazioni chiave per i prodotti d’investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati (cosiddetti Priips) che può essere considerato una delle misure legislative Ue (per esempio Mifid2 e direttiva Idd in materia di distribuzione assicurativa) finalizzate a ristabilire la fiducia dei risparmiatori nei mercati. 

Cosa è Priips e cosa no 

Non sono considerati Priips - e non soggetti quindi al nuovo Kid - azioni, obbligazioni, polizze assicurative con prestazioni dovute soltanto in caso di decesso e danni gravi, prodotti pensionistici complementari. Sono invece Priips, come detto sopra, i prodotti assicurativi con una componente di investimento (unit-linked, appunto), le obbligazioni convertibili, gli swap, i prodotti emessi da Spv e, dal primo gennaio 2019, anche i fondi comuni di investimento. Per questi ultimi, infatti, è ancora previsto il vecchio Kiid (con due “i”) previsto dal regolamento Ue n. 583/2010.

I punti salienti del Kid 

Il nuovo Key information document (con una “i”) è parte integrante della documentazione legale d’offerta e deve essere messo a disposizione degli investitori - prima della vendita - anche attraverso il sito Internet del produttore e la rete distributiva. Il documento deve essere conciso (al massimo tre facciate di A4) e scritto in modo tale che l’investitore capisca autonomamente gli elementi principali dello strumento finanziario scelto e attuare un confronto con altre opportunità di investimento. «Deve esserci un Kid per ogni Priips – spiega Patrizio Basile, analista di Consultique – e soprattutto deve essere costantemente conforme alle condizioni di mercato. Inoltre, è prevista una manutenzione del prospetto anche “dopo” e non soltanto al momento dell’emissione».

Le otto sezioni 

Il Kid (in base all’articolo 8 del regolamento 1286/2014) è un documento sintetico articolato in 8 sezioni (si veda grafico accanto). Una particolare attenzione (ma non soltanto su quella) va posta su «Quali sono i rischi e qual è il potenziale rendimento?» che riporta sia una breve descrizione del profilo di rischio/rendimento del prodotto (con un indicatore sintetico di rischio che va da 1 a 7), sia i possibili scenari di performance. Questi ultimi, sono generalmente quattro: favorevole, moderato, sfavorevole e di stress (soltanto per i prodotti assicurativi ne è previsto un quinto relativo al verificarsi dell’evento assicurato), riassunti in una tabellina che indica i possibili rendimenti dell’investimento durante tre periodi di detenzione del prodotto.

Le lacune 

Il punto dolente è che nel Kid non sono esplicitati gli scenari di probabilità, cioè le chanches che si hanno di perdere e di guadagnare sugli investimenti non azionari (risultati che si possono comunque trovare nella nostra rubrica «Rischi in chiaro»). Questo strumento a tutela degli investitori non ha avuto vita facile all’interno della Consob che dapprima - grazie a Spaventa e Cardia - li ha istituiti nel 2009 e dopo, con scelta monocratica dell’ex presidente Vegas, sono stati “aboliti” senza passare dalla collegialità della Commissione stessa.

Non solo. Visto che tra i Priips non sono stati inseriti i bond subordinati (quelli per intenderci che hanno riservato amare “sorprese” agli obbligazionisti delle 4 banche risolte nel novembre del 2015, così come ai creditori di Mps e delle due banche venete), sarebbe l’occasione per la Consob guidata adesso da Mario Nava di ripristinare gli scenari di probabilità che in realtà sarebbero ancora in vigore grazie alla comunicazione sugli “illiquidi” 9019104 del 2 marzo 2009 (mai abolita ma soltanto disattesa da Vegas).


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