Corriere Economia: Pensione integrativa: riscatto laurea o fondo pensione? Come aumentare l’assegno

Consultique
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Corriere Economia: Pensione integrativa: riscatto laurea o fondo pensione? Come aumentare l’assegno

PENSIONE INTEGRATIVA: RISCATTO LAUREA O FONDO PENSIONE? COME AUMENTARE L’ASSEGNO
PENSIONE INTEGRATIVA: RISCATTO LAUREA O FONDO PENSIONE? COME AUMENTARE L’ASSEGNO

Riscattare la laurea oggi costa 5.264,49 euro all’anno
Per integrare il proprio assegno pensionistico sarebbe più conveniente riscattare gli anni di laurea, in forma light, oppure aderire a una forma di previdenza complementare? Per godere dei benefici maggiori, l’ideale sarebbe seguire entrambe le strade. Una soluzione che però non è per tutte le tasche, pur considerando la possibilità di rateizzare il corrispettivo del riscatto della laurea (in massimo 10 anni) e il vantaggio della deducibilità fiscale. Per fare un esempio pratico, il costo annuale per riscattare la laurea in forma agevolata ammonta oggi a 5.264,49 euro, corrispondente a 438,71 euro al mese. Ipotizzando di dover riscattare 5 anni di laurea e di rateizzare il pagamento in 10 anni, il costo mensile sarebbe di 219,36 euro.
A questi andrebbero poi aggiunti i contributi volontari al fondo pensione integrativo, che variano da fondo a fondo. Per il Cometa (fondo della categoria metalmeccanici), il minimo contributivo è dell’1,2%, che su uno stipendio lordo di 20mila euro corrisponderebbe a 20 euro al mese (35 euro considerando invece uno stipendio lordo annuo di 35 mila euro). Insomma, tra riscatto light e previdenza complementare, la rata mensile oscillerebbe da un minimo di 239,36 euro rateizzato in 10 anni (stipendio lordo annuale di 20mila euro, pari all’incirca a un netto mensile di 1.170 euro) a un massimo di 473,71 euro per cinque anni (senza rateizzazione e per uno stipendio annuale lordo di 35mila euro, pari a un netto mensile di circa 1.950 euro).
Ma vediamo nel concreto come può cambiare l’assegno pensionistico seguono una strada piuttosto che un’altra. Le ipotesi sono due: uomo nato nel 1995 e che ha iniziato a lavorare nel 2021 con uno stipendio base lordo annuo di 20 mila euro; donna nata nel 1981, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi percepisce uno stipendio lordo annuo di 35mila euro.

LA SIMULAZIONE

La simulazione che Consultique ha effettuato per conto di Corriere.it, come detto, prevede due ipotesi differenti: uomo nato nel 1995 e che ha iniziato a lavorare nel 2021 con uno stipendio base lordo annuo di 20mila euro; donna nata nel 1981, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi percepisce uno stipendio lordo annuo di 35mila euro. In entrambi i casi è stata ipotizzata un’inflazione costante del 2% e una crescita dei redditi futuri dell’1% sopra l’inflazione. Inoltre, è stata presa in considerazione anche la reversibilità della pensione al 100 per cento.

Riscatto laurea e stipendio lordo 20 mila
Partiamo dalla prima ipotesi: uomo nato nel 1995 e che ha iniziato a lavorare nel 2021 con uno stipendio lordo di 20mila euro. Senza riscattare gli anni di laurea, e non aderendo a una forma di previdenza complementare, la persona in questione andrebbe in pensione all’età di 68 anni e 10 mesi (secondo i calcoli di Consultique) con un tasso di sostituzione rispetto al suo ultimo stipendio netto (20.625 euro) del 76,18 per cento. Riscattando in forma light cinque anni di laurea, con una spesa complessiva di 26.322 euro interamente deducibile, invece, si riuscirebbe ad andare in pensione con due anni di anticipo (66 anni e 11 mesi) e con un tasso di sostituzione (sempre sul netto) del 74,82% (la percentuale salirebbe al 75,96% con il riscatto tradizionale, che per il soggetto in questione avrebbe un costo, interamente deducibile, di 33.000 euro).

Riscatto laurea e stipendio lordo 35 mila
Nell’ipotesi della donna nata nel 1981, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi percepisce uno stipendio annuo lordo di 35mila euro, invece, il tasso di sostituzione senza alcuna scelta integrativa (né riscatto laurea né fondo pensione) sarebbe del 78,19% (sul netto), con accesso alla pensione a 66 anni di età e 5 mesi. Riscattando la laurea in forma light (cinque anni a un costo di 26.322 euro interamente deducibile), il soggetto in questione riuscirebbe a ritirarsi dalla vita lavorativa in anticipo di due anni, a 64 anni e 10 mesi, con un tasso di sostituzione del 76,24% (salirebbe all’80,02% con il riscatto tradizionale, che per il soggetto in questione avrebbe un costo molto più alto, anche se interamente deducibile: 57.750 euro).

Fondo pensione e stipendio lordo 20 mila
Il quadro cambia completamente se la scelta del lavoratore dovesse propendere per l’adesione a un fondo pensione di categoria, e senza riscattare gli anni di laurea. Nella simulazione elaborata da Consultique è stata ipotizzata l’iscrizione al fondo pensione di categoria Cometa con il versamento del TFR, del contributo minimo volonario (1,2%) e del contributo datoriale (2%). Nell’ipotesi dell’uomo, che ha iniziato la sua vita lavorativa con uno stipendio lordo di 20mila euro, si accederebbe alla pensione con un tasso di sostituzione che oscilla tra il 99% dell’ultimo stipendio netto, se si è scelto di aderire alla Linea Sicurezza del fondo Cometa, e il 103,97%, se si è scelto di aderire alla Linea Crescita. “Nel primo caso, oltre alla previdenza pubblica, il soggetto percepirebbe anche una rendita vitalizia da previdenza integrativa pari a 4.707 euro netti annui – puntualizza Paola Ferrari, Cfa e analista dell’Ufficio Studi e Ricerche di Consultique –. Nel caso della Linea Crescita del fondo Cometa, invece, la rendita vitalizia annua sarebbe di 5.732 euro”.

Fondo pensione e stipendio lordo 35 mila
Nella simulazione sul profilo donna, che ha iniziato a lavorare nel 2007 e che oggi ha uno stipendio lordo di 35.000 euro, Consultique ha preso in considerazione l’adesione al fondo di categoria Fonte (per i dipendenti del terziario), con il versamento del Tfr, del contributo minimo volontario (0,55%) e del contributo datoriale (1,55%). In questo caso, la donna andrebbe in pensione con un tasso di sostituzione che oscillerebbe tra l’89,49% dell’ultimo stipendio netto, se si è scelto di aderire alla “linea garantita” (la rendita vitalizia da previdenza integrativa ammonterebbe a 3.192 euro all’anno), e il 92,50%, se si è scelto di aderire alla “linea dinamica” (rendita vitalizia integrativa annua di 4.043 euro).

In pensione senza riscatto né previdenza complementare
Le ipotesi per uomo e donna di pensione senza riscatto né previdenza complementare.

https://www.corriere.it/economia/pensioni/cards/pensione-integrativa-riscatto-laurea-o-fondo-pensione-cosi-l-assegno-diventa-piu-ricco/riscattare-laurea-oggi-costa-526449.shtml 

di Gabriele Petrucciani
2 luglio 2021