Ecco cosa guardare per tornare a investire

Consultique
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Ecco cosa guardare per tornare a investire

Ecco cosa guardare per tornare a investire
Il portafoglio giusto, i futuri market mover e le alternative di oro e prodotti globali per puntare sui listini

è un momento cruciale per gli investitori. Le Borse hanno smesso di franare poco più di un mese fa e il ricordo delle scivolate è ancora fresco. Il recupero è pressoché completo e quasi tutti i mercati hanno recuperato le perdite dell’ultimo trimestre del 2018. 
Però resta il dubbio che il rimbalzo abbia vita breve e che sui listini si torni a ballare. Anche perché le preoccupazioni che assillavano gli operatori fino a poco tempo fa non sono svaniti. 

Le carte sul tavolo 

La guerra commerciale è una delle questioni che regola il pendolo dei mercati. Lo sviluppo delle trattative tra Stati Uniti e Cina fa presagire un accordo tra le due superpotenze. Il nodo dei dazi, tuttavia, non si risolverà con un’intesa, e il fronte degli squilibri competitivi globali resta aperto.In primis per l’economia italiana e su quella tedesca, che poggiano su un supporto importante di esportazioni.

E poi c’è il nodo del rallentamento economico, che per quanto conclamato sta mandando segnali contrastanti. Nei giorni scorsi le imprese dei servizi americane hanno indicato che l’attività va a gonfie vele, smentendo le aspettative di un calo, formate su dati deludenti che hanno interessato il ciclo di recente. Anche in Europa, dove si susseguono revisioni al ribasso della crescita, la lettura finale dei sondaggi di febbraio presso le aziende hanno riservato sorprese positive,a partire dal nostro Paese, che è l’osservato speciale dell’Eurozona. «Intendiamoci - precisa Antonio Sersale di Anthilia Capital Partners - i livelli sono ancora modesti, coerenti con una crescita dello 0,2-0,3% trimestre su trimestre. Ma il miglioramento è nettamente percettibile».
Su tutto, le tensioni politiche, dalla Brexit, alle elezioni europee, all’instabilità dei paesi emergenti.

Portafogli a tempo 

Il problema è capire quanto possano ancora salire le quotazioni azionarie. Il ciclo è vicino alla maturità, come spiega Alessandro Fugnoli a pag.6, e gli investimenti devono essere più mirati e cauti. Soprattutto quando saliscendi così violenti delle borse tradiscono il lavorìo degli algoritmi automatici, che pompano le fasi di rialzo e di ribasso, da cui il risparmiatore può venire travolto improvvisamente (si veda l’articolo sull’algotrading a pag.7). 
Consultique, società che riunisce molti consulenti finanziari autonomi, ha elaborato per Plus24 dei portafogli-tipo per tre profili di investitore (prudente, moderato e aggressivo) con tre orizzonti temporale (a 3 mesi, a un anno, a cinque anni). 

Liquidità e oro, gli stabilizzatori 

In tutte le allocazioni si nota una componente di liquidità che è più elevata sull’anno. «Ha meno senso detenere liquidità a tre mesi che a cinque anni - spiega Matteo Trotta, analista dell’ufficio studi di Consultique -. Il recupero indistinto di azioni, obbligazioni ad alto rendimento e titoli di Stato fa sì che tutte le fonti di rischio diano una buona remunerazione del capitale e stare fuori dal mercato vorrebbe dire perderlo. Viceversa, in un orizzonte temporale annuale lo scenario cambia sensibilmente. La monetizzazione nel breve termine e ad evitare di incappare nell’eventuale volatilità». Per ammortizzare le oscillazioni Consultique introduce nel portafoglio a uno e a cinque anni una quota di oro (si veda l’approfondimentosugli antidoti alla volatilità a pag.6). 

Italia ed Europa, le gregarie 

L’Italia, invece, è assente come investimento diretto e rappresentata solamente dalla porzione di attività tricolori presenti nella componente di azioni globali e di obbligazioni diversificate (quest’ultima costituita da fondi attivi in cui il gestore sceglie i titoli di debito che ritiene più indicati). Ma pure le azioni europee non sono una chiamata esclusiva e Trotta spiega che la scelta di non investirci direttamente, ma solo attraverso prodotti globali, dipende da due valutazioni: la stasi degli utili aziendali, fermi da quattro mesi, e la dipendenza dell’economia dal traino globale. Non ci sono neppure scelte settoriali precise, se non il comparto tecnologico e quello della salute/benessere che ricadono nella componente di azioni globali.

Il treno delle banche centrali 

Le banche centrali continueranno ada vere un peso determinante nello scenario dei mercati. Oltre che per forgiare l’umore degli investitori azionari, anche per determinare i rendimenti obbligazionari. Una Fed considerata meno aggressiva beneficia i titoli di Stato Usa (che nei portafogli di Consultique costituiscono buona parte dei governativi globali). La Bce che torna espansiva sostiene le obbligazioni. In particolare quelle societarie e ad alto rendimento inserite nei portafogli per alzare il ritorno complessivo (nell’area euro danno un rendimento extra -rispetto ai titoli senza rischio - in media del 3-3,5%).

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