ETF e rischio cambio Scelta consapevole

Consultique
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ETF e rischio cambio Scelta consapevole

ETF e rischio cambio Scelta consapevole
ETF e rischio cambio Scelta consapevole

Inutile la Copertura per chi
punta su una divisa estera. 
Occhio agli indici mondiali.
Il nostro intervento su Plus24
di domenica 25 giugno

 

Il mercato valutario è settore da trattare con prudenza come si legge nelle altre pagine di questa inchiesta. Gli Etf sono certamente uno strumento utile per diversificare e gestire eventuali coperture del cambio in divisa straniera. Prima però di entrare in tale mercato bisogna chiarirsi le idee: se infatti si sceglie in modo consapevole di investire, direttamente o indirettamente, in una valuta allora la copertura cambio è inutile. «Facciamo l’esempio della sterlina – ricorda Roberto D’Addario, consulente finanziario indipendente di RD finanza –, moneta che è stata molto volatile negli ultimi mesi a causa della Brexit. Ebbene, se c’è una scelta chiara e consapevole di puntare su tale asset class non c’è motivo di spendere dei soldi per una copertura dal rischio cambio». 

Viceversa, cambia il discorso se si vuole investire per esempio in un Etf che replica l’indice S&P 500: «Certo, in questo caso vi è l’Etf che replica l’S&P 500 in dollari e quello “hedged” che investe sullo stesso indice ma coprendo il rischio cambio », ricorda Rocco Probo, analista finanziario della società di consulenza indipendente Consultique. L’S&P500, così come altri indici, è infatti espresso in dollari spiega l’analista: chi vi investe prende dunque un doppio rischio, quello dell’asset class su cui ha preso posizione (in questo caso azioni americane) e quello della moneta; la copertura consente dunque di neutralizzare uno dei due, il rischio cambio appunto.

«Attenzione poi al sottostante di tali strumenti – rileva ancora D’Addario -. Gli Etf quotati sulla Borsa italiana sono tutti denominati in euro: bisogna però leggere bene i prospetti e le indicazioni sui siti web delle case emittenti. Spesso infatti l’asset class sottostante è in un’altra moneta, e solo il “vestito” è in euro. In sostanza, l’Etf è solo denominato in euro ma non c’è la copertura del rischio cambio che costa e in genere si aggira intorno allo 0,15-0,20 per cento dell’investimento». 

In questa sede poi non entriamo nella questione «leva», ovvero l’amplificazione dei potenziali guadagni e delle potenziali perdite da parte degli investitori che utilizzano questi specifici Etf. Sono strumenti da maneggiare con cura e per specialisti. Meglio evitarli se si è a digiuno dei loro meccanismi, affidandosi invece a gestori o consulenti.