I limiti al prelievo in banca e i dubbi del correntista sul "bail-in"

Consultique
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I limiti al prelievo in banca e i dubbi del correntista sul "bail-in"

Il quesito
Stando alle norme sul “bail in” ciascun correntista dovrebbe evitare di tenere più di 100 mila euro sul proprio conto corrente a singola intestazione presso una determinata banca. Questo per evitare prelievi forzosi in caso di dissesto dell’istituto di credito. Dissesto che di solito si riesce a prevedere, almeno nelle settimane prima alla dichiarazione eventuale della crisi. Esistono conti correnti quasi solo “online”, su cui si può operare per via informatica e per alcuni di essi esistono limiti alle somme di danaro che si possono trasferire disponendo un bonifico ad altro conto corrente italiano, e questi limiti possono variare da banca a banca: i limiti giornalieri possono anche essere pari a ventimila euro giornalieri con un limite mensile cinquantamila euro. Per il conto «My Genius» di UniCredit questi limiti sembrano invece essere 10mila euro giornalieri e 50mila euro mensili. Questo comporta che, in casi sfavorevoli, si corre il rischio di restare intrappolati nelle regole del “bail-in”.
 
La risposta del nostro Ufficio Studi e Ricerche
La risposta del nostro Ufficio Studi e Ricerche
«Se la banca aderisce al fondo interbancario di tutela dei depositi (o al Fondo di Garanzia dei Depositanti per le BCC) la garanzia dei 100 mila euro è prevista dalla normativa», premettono da Consultique. Le modalità di disinvestimento non riguardano il bail-in fatti salvi semmai, in caso di bail-in, i tempi per la restituzione del capitale garantito. I limiti ai prelievi, siano essi di tipo temporale e/o in valore assoluto, rispondono a logiche di sicurezza e soprattutto commerciali e di tesoreria delle banche e non ad una mancata tutela legale del limite dei 100 mila euro. «Imporre limiti mensili ad esempio di 50 mila euro, e quindi temporali di prelievo (in caso di 100mila euro dai 31 ai 60 giorni) – spiegano da Consultique – servono alle banche per evitare possibili problemi di tesoreria in caso di disinvestimenti massivi e simultanei (si tratta pur sempre di raccolta a vista) e, nello stesso tempo, a disincentivare investimenti opportunisti assicurandosi quelle risorse “stabili” che l’investitore, proprio per i limiti al disinvestimento, probabilmente richiederà solo in caso di effettivo bisogno».