I Pip battono i fondi aperti garantiti

Consultique
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I Pip battono i fondi aperti garantiti

I Pip battono i fondi aperti garantiti
I Pip battono i fondi aperti garantiti
Le gestioni separate dei
piani individuali pensionistici
fanno meglio della media
delle linee con garanzia.
Spiegato il perchè nel nostro articolo,
pubblicato su Plus24 di sabato 8 aprile.


 
Rendimenti costanti nel tempo e garanzia del capitale. Anche nel 2016 i Pip che investono nelle gestioni separate assicurative hanno mantenuto la promessa e hanno chiuso l’anno con rendimenti lordi nell’ordine del 3% lordo. Più nel dettaglio secondo l’Osservatorio Mia sull'innovazione di prodotto nel mercato assicurativo di Prometeia le gestioni separate dei Pip che investono sul ramo I ancora in commercio hanno reso in media il 3,8% lordo. Si tratta di un risultato leggermente inferiore rispetto a quello dell’anno precedente (4,2%) ma sicuramente superiore a quanto messo a segno dalle linee garantite dei fondi negoziali (scese secondo i dati Covip dall’1,9% del 2015 allo 0,8% netto del 2016).

Bilancio medio ancora più magro per le linee garantite dei fondi pensione aperti che hanno ottenuto nel 2016 un risultato netto dello 0,7%. I dati in forte flessione dei comparti di previdenza complementare concorrenti ai Pip vengono segnalati anche dai calcoli di Consultique relativi ai fondi pensione aperti censiti dalla società di consulenza indipendente che per il 2016 ha elaborato un risultato addirittura negativo (-0,17% ottenuto dai comparti monetari), mentre i comparti dei fondi pensione aperti con “garanzia di capitale” si sono invece fermati allo 0,84%, e quelli con “garanzia di rendimento” allo 0,27%.

Il successo delle gestioni assicurative di previdenza complementare dei Pip di ramo I va ricercato essenzialmente nel loro funzionamento del tutto peculiare che prevede la valorizzazione dei titoli al costo storico e non con il sistema mark to market e questo è un antidoto alla volatilità dei mercati. In sostanza oltre a garantire i contributi versati al netto delle spese, i pip retrocedono all’aderente parte del rendimento ottenuto dalle gestioni separate che viene determinato anno per anno tenendo conto delle plusvalenze realizzate dalla vendita dei titoli (al netto di eventuali minus) e dalle cedole incassate dagli attivi di portafoglio.

Si tratta però di dati al lordo dei costi che vengono applicati sui singoli prodotti. Costi che variano molto da piano a piano ma che sono rilevabili sul sito Covip (www.covip.it) dove è possibile visionare tutti gli Isc (indicatori sintetici di costo) dei piani di previdenza autorizzati al collocamento.

Venendo ai risultati dei singoli player, svetta la gestione Previdenza Reale, con un rendimento dello 4,29% (che al netto del trattenuto annuo dell’1,5%, diventa pari a 2,79%). La gs è legata al Pip Centostelle di Reale Mutua. Tra i big si distingue Posta Pensione Vita, il Piano pensionistico tra i più gettonati con il numero più elevato di aderenti e il patrimonio gestito che supera i 4,7 miliardi di euro che ha superato il 4% (4,04% lordo che scende a 3,04 considerando il trattenuto pari all’1%). In buona posizione anche Gesav Global, la gs previdenziale più grande (5 miliardi di euro), chiude il 2016 con un +3,82% un risultato leggermente inferiore all’altra gestione storica Alleata Garantita di Alleanza assicurazioni (3,9%).

Va notato che i Pip, sia quelli legati a gestioni assicurative tradizionali sia quelli unit linked, nel 2016 hanno incassato premi per 1,7 miliardi di euro (+6,9% rispetto al 2015) risultando nuovamente al top delle preferenze degli italiani.


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