Il maggio nero dei fondi pensione chiusi negoziali

Consultique
Consultique

Il maggio nero dei fondi pensione chiusi negoziali

Il maggio nero dei fondi pensione chiusi negoziali
I fondi pensione negoziali si accingono ad arrivare al giro di boa di metà anno con risultati appesantiti dalle turbolenze che hanno caratterizzato i mercati finanziari dopo il voto italiano del 4 marzo scorso. 

Secondo la consueta analisi dell’Ufficio Studi di Consultique pubblicata a pagina 22 di Plus24, da inizio 2018 a fine maggio scorso le diverse linee dei fondi di previdenza complementare presentano un andamento piatto - se non negativo - e sono pochi i comparti che superano l’asticella del Tfr che nei primi 5 mesi dell’anno ha registrato una rivalutazione netta dello 0,59%. 

Allargando l’orizzonte temporale a tre anni i comparti garantiti e obbligazionari sottoperformano in media il Tfr (4,79% netto), che viene invece battuto dai comparti bilanciati e azionari. Mentre su un orizzonte di cinque anni anche i comparti obbligazionari battono in genere il Tfr (7,87% netto) e solo i comparti garantiti registrano in media un rendimento più basso del benchmark rappresentato dal Tfr. 

In particolare i comparti più prudenti dei fondi pensione chiusi negoziali (pieni zeppi di BTp nei loro portafogli) escono con le classiche “ossa rotte” da un mese di maggio caratterizzato da un’elevata volatità e contestuale innalzamento dello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi (termometro del rischio Paese sui mercati finanziari).
Emblematici sono i risultati conseguiti da inizio anno dalle linee garantite: tutte quelle aggiornate a fine maggio presentano risultati negativi che viaggiano in genere tra l’1 e il 2%, mentre quelle “ferme” con gli aggiornamenti delle quote a fine aprile (5 su 33) evidenziano ancora risultati positivi da inizio anno tra lo 0,2-0,5%.

In un mese il rendimento del decennale italiano a 10 anni è schizzato dall’1,785% di fine aprile a 2,794% di fine maggio, con un del 3,164% toccato il 29 maggio. Sui titoli di Stato a 2 anni, invece, si è passati dal -0,30% di fine aprile all’1,067% del 31 maggio scorso. Innalzamenti dei rendimenti che hanno determinato un ribasso nelle quotazioni delle obbligazioni presenti nei portafogli dei fondi pensione negoziali (e non solo): all’aumentare dei tassi di interesse diminuisce, infatti, il prezzo dei bond.