La via dell’autovalutazione nasconde trabocchetti

Consultique
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La via dell’autovalutazione nasconde trabocchetti

La via dell’autovalutazione nasconde trabocchetti
L’orizzonte temporale è la variabile certa per il risparmiatore Su rischi e prodotti aumentano gli errori

Ancora prima di addentrarsi in un questionario proposto dall’intermediario, il risparmiatore che si avvicina al mondo degli investimenti dovrebbe come primo step farsi una sorta di auto-valutazione. È un passaggio che può apparire più facile per coloro che hanno dimestichezza con il mondo della finanza, ma è utile che ognuno lo compia quantomeno per interrogarsi sul motivo che lo sta spingendo a destinare i propri risparmi verso una forma di investimento.

Sono passaggi molto semplici ma fondamentali che ruotano intorno a tre concetti chiave, che poi saranno rintracciati anche nei questionari Mifid della banca o di altri intermediari: l’orizzonte temporale, la propensione al rischio e la conoscenza dei prodotti. 

Focus sull’orizzonte temporale 
Secondo gli esperti bisogna però stare attenti ad auto-valutarsi, perché quando c’è di mezzo il denaro il rischio di finire in trabocchetti psicologici è molto alto. In particolare il punto più facile per il singolo risparmiatore è sicuramente quello dell’orizzonte temporale, perché in questo caso solo lui sa esattamente quando avrà bisogno del denaro. Per gli altri due punti il rischio di commettere errori (da soli) è abbastanza alto. 
«Per capire come orientare i propri risparmi - spiega Raffaele Zenti, co-fondatore e partner di AdviseOnly - l’investitore può innanzitutto rispondere ai questionari che alcune banche mettono online e dall’output si fa un’idea su come muoversi nel mondo dei prodotti finanziari. La normativa vieta alle banche e alle istituzioni finanziarie l’autovalutazione e questo è comprensibile perché su certi temi le persone sbagliano ad autovalutarsi e infatti i questionari evitano domande dirette su tema come la propensione al rischio, preferendo stimarla in via indiretta». 

Se un risparmiatore vuol conoscersi meglio ci sono comunque alcuni piccoli passaggi da fare anche in autonomia. «Un aspetto fondamentale da capire - continua Zenti - è l’orizzonte temporale: in sostanza per quanto tempo non avrò bisogno dei soldi che investo. Questo è un primo discrimine importante che non va confuso con gli obiettivi dell’investimento anche se le due variabili sono correlate».

Faro sulla propensione al rischio 
Anche per Rocco Probo, analista Consultique, «quello che può essere oggetto di autovalutazione è l’aspetto relativo a orizzonte temporale e obiettivi. Conoscere quali sono i tempi e gli obiettivi è interamente in capo all’ investitore. Per gli altri punti consiglierei un supporto di un consulente. L’overconfidence su materie finanziarie è un rischio, il risparmiatore può sopravvalutare la sua capacità di conoscenza. Un supporto è necessario per evitare che una non completa conoscenza possa portare a scelte errate»

Il fattore della propensione al rischio è un aspetto delicato da valutare in autonomia, anche secondo Zenti, perché non ci sono strumenti oggettivi. «Dipende - continua Zenti - da una serie di fattori che includono la disponibilità patrimoniale, il reddito percepito oggi, quello atteso in futuro, le dinamiche familiari ed aspetti psicologici. Infine non bisogna dimenticare la conoscenza dei prodotti e degli strumenti finanziari, la cultura finanziaria». Chi sa di non possedere conoscenze finanziarie approfondite è bene che si orienti su soluzioni molto semplici. 

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