La vittoria dei democratici potrebbe accelerare le misure anti-monopolio

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La vittoria dei democratici potrebbe accelerare le misure anti-monopolio

LA VITTORIA DEI DEMOCRATICI POTREBBE ACCELERARE LE MISURE ANTI-MONOPOLIO
LA VITTORIA DEI DEMOCRATICI POTREBBE ACCELERARE LE MISURE ANTI-MONOPOLIO

L’Antitrust americano accusa Amazon, Apple, Google e Facebook e invoca provvedimenti immediati, come lo scorporo di rami aziendali e il blocco di nuove acquisizioni. Con implicazioni enormi per gli investimenti

È in arrivo una ristrutturazione nell’universo Big Tech? Probabilmente sì: anche se non nell’immediato, un’eventuale vittoria dei democratici alla Casa Bianca potrebbe accelerare il processo di contrasto al monopolio dei principali nomi della Silicon Valley con implicazioni di grande portata non solo economica.
Martedì scorso il Comitato antitrust della Commissione giudiziaria della Camera americana (a controllo democratico) ha rilasciato un rapporto di 450 pagine, frutto di un’indagine durata sedici anni, su Amazon, Apple, Google e Facebook. Nel rapporto si afferma che ci sono "prove significative" che il comportamento di quelle aziende ha ostacolato l'innovazione, ridotto la scelta dei consumatori e indebolito la democrazia. "Queste aziende hanno troppo potere, e quel potere deve essere frenato e soggetto a supervisione e applicazione appropriate…. la nostra economia e la democrazia sono in gioco", è scritto nel rapporto. “
Le conclusioni della Commissione pongano interrogativi a meno di un mese dalle elezioni Usa e aprono scenari davvero sconvolgenti per gli investimenti”, conferma Andrea Cattapan, responsabile azionario di Consultique. Le prime cinque azioni del mercato americano (Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet e Facebook) sono arrivate ormai a pesare il 22% dell’S&P 500. La sola Apple, ai massimi di settembre, era prossima a capitalizzare quanto tutto il mercato azionario tedesco. “Una valorizzazione che rende questi soggetti economici impattanti sia a livello borsistico sia per il loro peso nell’economia internazionale: basti pensare alle quote controllate da Facebook sull’advertising in rete, da Google nelle ricerche online e nelle app, da Apple nei dispositivi informatici e da Amazon nel retail”, dice Cattapan. Come rimedio a questo monopolio di fatto, l’Antitrust Usa invoca provvedimenti immediati che prevedono scorpori di rami aziendali, maggiori controlli o anche il blocco delle nuove acquisizioni. “Sono i democratici in particolare a perseguire questo intento, sebbene la corsa elettorale delle primarie abbia ‘eliminato’ le frange più estremiste del partito”, spiega Cattapan.

Ma se le elezioni confermassero la presidenza attuale? L’elezione di Trump nel 2016 era stata salutata con poco entusiasmo dalla Silicon Valley, da sempre sostenitrice di una globalizzazione (anche verso la Cina) che mal si conciliava con i propositi ‘America First’ dell’attuale presidente Usa. In realtà, come spiega Cattapan, la tecnologia ha ben prosperato anche sotto l’amministrazione repubblicana e si è creato uno strano rapporto di equilibrismo tra i vari Zuckemberg e Bezos e il presidente Usa. E, in caso di vittoria repubblicana, è più probabile che verrà mantenuto lo status quo, senza particolari tensioni tra politica e finanza, con un Trump che "ruggisce ma non morde". “Da parte democratica, invece, è possibile che qualche intervento in tema di antitrust possa essere preso a breve, anche perché - con l’acquisizione della presidenza e in contemporanea delle Camere - i provvedimenti saranno più agili”, dice Cattapan. A quale livello possono arrivare le decisioni di contrasto ai monopoli è difficile dirlo ora. Ma secondo Cattapan, “Saranno probabilmente interventi mirati e misurati, tali da non avvantaggiare indirettamente il grande competitor tecnologico che gli Usa fronteggiano a livello globale, ossia la Cina". È vero che è Trump ad aver combattuto di più Pechino tramite dazi e guerre commerciali, ma il tema rimarrà anche se dovessero prevalere i democratici”, aggiunge lo strategist. Che conclude: “Di sicuro c'è che si è giunti a un punto in cui la situazione verrà affrontata dalla politica in qualche modo”.