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Liquidità addio, così si riparte - Fondi pensione, polizze, gestioni: le alternative per il portafoglio
Liquidità addio, così si riparte - Fondi pensione, polizze, gestioni: le alternative per il portafoglio
24/04/2004
Fonte: Guida Risparmio, Il Sole 24 Ore; 24/04/2004
Liquidità addio, così si riparte
Fondi pensione, polizze, gestioni: le alternative per il portafoglio - Budget e promotori: <Il cliente prima di tutto> - I prodotti a ritorno assoluto sono una delle soluzioni proposte - I consulenti indipendenti in futuro potranno svolgere un ruolo importante.
Se non sono i mercati, sono gli scandali societari. Insomma, per un motivo o per l'altro la fiducia dei risparmiatori è sempre messa alla prova. Comprensibile, quindi, una maggiore diffidenza nei confronti degli intermediari, il cui compito dovrebbe essere quello di proporre in ogni situazione gli strumenti più adatti alle varie esigenze, indipendentemente dall'andamento contingente dei mercati. Questo significa non assecondare tout court le richieste dei sottoscrittori che, magari sull'onda di considerazioni emotive, si indirizzano su prodotti che nulla hanno a che fare con i reali obiettivi di investimento. Ma i fatti degli ultimi tempi hanno dimostrato che non sempre è stato così e più di una volta c'è stato chi ha consigliato di puntare su determinate tipologie di strumenti senza dare adeguati ragguagli sulle eventuali "controindicazioni" di tale scelta. Risultato: un ritorno verso i prodotti privi di rischio come i BoT o, addirittura, la liquidità. <Tutti gli intermediari - sostiene Stefano Bisi, vice direttore generale di Banca Euromobiliare - devono approcciare la clientela con una politica di servizio e non di prodotto. Oggi per tornare a investire con una certa serenità, bisognerebbe ricorrere ai prodotti total return che, non essendo collegati ad alcun benchmark, da una parte tutelano il risparmiatore nelle situazioni negative e dall'altra consentono di approfittare di eventuali rialzi dei mercati>.
Il malcontento nei confronti degli intermediari si avverte soprattutto nei riguardi degli sportelli bancari, complice la leggerezza con la quale spesso sono stati venduti certi prodotti, come per esempio obbligazioni eccessivamente rischiose o complesse, remunerativi per il loro conto economico. Un fenomeno meno evidente per i promotori finanziari perchè le logiche che sottendono al rapporto con il cliente in questo caso sono differenti. Lo sportellista beneficia di una sorta di fiducia "atavica" nei confronti dell'istituto di credito e, anche in caso di delusioni, difficilmente il cliente cambia parrocchia, anche solo per una comodità logistica. Il promotore, invece, la fiducia la deve conquistare in prima persona, offrendo un buon livello di assistenza anche dopo l'acquisto dei prodotti. Rompere il legame in questo caso è meno difficile tanto più che la concorrenza nel settore è altissima.
E così oggi è una gara continua per cercare di tornare a fare breccia nel cuore del piccolo risparmiatore. Mai come in questi ultimi tempi si è sentito parlare di trasparenza, deontologia, vigilanza, tutela delle minoranze. Un'attenzione salita alle stelle dopo i recenti scandali che hanno polverizzato nel giro di poco tempo i risparmi di tanti piccoli investitori. <In questa difficile fase - spiega Elio Conti Nibali, presidente dell'Anasf, l'associazione nazionale dei promotori finanziari - noi in realtà abbiamo consolidato il rapporto con la nostra clientela. Una recente indagine condotta da Eurisko-Prometeia evidenzia addirittura che il livello di soddisfazione della clientela nei confronti dei promotori è doppio rispetto al canale bancario>. Resta comunque il fatto che anche i pf, come gli sportellisti, possono subire pressioni commerciali da parte della rete. <É vero - continua Conti Nibali -, però gli obiettivi commerciali della società possono essere assecondati solo quando coincidono con l'interesse del cliente, altrimenti no>. Un problema che non si pone per i cosiddetti consulenti indipendenti, cioè dei liberi professionisti (in genere ex promotori) che supportano gli investitori nell'impostazione del portafoglio. <Si tratta di figure - spiega Cesare Armellini, presidente di Consultique, network professionale a supporto dei consulenti indipendenti - che si focalizzano sull'asset allocation e non sui singoli prodotti; vengono consigliati strumenti come per esempio gli Etf, i conti più remunerativi o i mutui con gli spread più bassi. Per la formazione di questi consulenti facciamo dei corsi personalizzati per trasferire il know how e li supportiamo anche in seguito>. Oggi il settore dei consulenti indipendenti in Italia è ancora agli albori, ma secondo Armellini nel giro di sei/sette anni dovrebbe contare 30/40mila unità. <Questa tendenza accelererà - continua Armellini - perchè la commissione europea si è espressa a favore della distinzione tra la figura di chi vende, cioè i promotori o gli sportellisti, e chi fa consulenza>.
Anche il Governo ha appena varato un disegno di legge a tutela del risparmio che prevede controlli più stringenti e ha rivisto la struttura degli organi di controllo. Un'architettura fondata su tre Autorità (oggi sono cinque); al posto della Consob ci sarà l'Amef, cioè l'Autorità per i mercati finanziari, verranno abolite l'Isvap per le assicurazioni, la Covip per i fondi pensione e l'Uic per prevenire e contrastare il riciclaggio finanziario internazionale. Le competenze di queste istituzioni verranno suddivise tra Amef (trasparenza, correttezza e prodotti finanziari) e Banca d'Italia (stabilità). La supervisione sulla concorrenza tra gli istituti di credito passerà gradualmente da Via Nazionale all'Antitrust. Tutti temi all'ordine del giorno nel dibattito istituzionale.
<Questo provvedimento - conclude Bisi - ha il vantaggio di riorganizzare aree di controllo, recuperando efficienza ed eliminando sovrapposizioni e permette alle istituzioni di avere una visione univoca delle problematiche del mercato. D'altro canto, però c'è il rischio di un ingessamento, perchè i tempi per l'approvazione delle iniziative degli intermediari potrebbero allungarsi, anche a svantaggio dei risparmiatori>.
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