MONDOINVESTOR: Ridurre le oscillazioni del portafoglio con gli Etf a bassa volatilità

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MONDOINVESTOR: Ridurre le oscillazioni del portafoglio con gli Etf a bassa volatilità

RIDURRE LE OSCILLAZIONI DEL PORTAFOGLIO CON GLI ETF A BASSA VOLATILITÀ
RIDURRE LE OSCILLAZIONI DEL PORTAFOGLIO CON GLI ETF A BASSA VOLATILITÀ

Minimum variance (o Minimum volatility), Low volatility e Risk weighted sono tre diversi approcci che consentono di esporsi al mercato azionario con un minor livello di rischio.

Dopo un anno, come il 2019 con rendimenti sull’azionario definibili, senza eccessivi esercizi di retorica, stellari, l’ipotesi di un nuovo anno con aspettative di rendimento più deludenti sono concrete e sentite sia dai gestori che dai consulenti finanziari. In realtà, al momento, non si sono ancora osservati grossi strappi nell’andamento dei principali indici o nei livelli di volatilità, per quanto vi siano alcuni fattori di rischio potenzialmente preoccupanti. Nonostante l’uccisione del generale iraniano Qasem Soleimani e un potenziale rischio escalation nell’area mediorientale, i listini azionari nei primi giorni di gennaio non hanno modificato il loro trend, che è continuato infatti positivo sulla scia dell’anno passato. Scarsa tensione sui listini è segnalata anche dal Vix, l’indice che misura la volatilità implicita nel prezzo delle opzioni sull’indice S&P 500 quotate al Chicago Board of Trade, mantenutosi comunque su valori contenuti, sotto la media storica. Analogamente, si può giungere alle medesime conclusioni anche analizzando l’indice Vstoxx, che misura la volatilità implicita nelle opzioni sull’Euro Stoxx 50, il quale si mantiene sugli stessi livelli del corrispondente indice statunitense.
Per limitare la rischiosità dei propri portafogli, senza rinunciare al trend generale dei listini azionari, si può ricorrere agli ormai numerosi Etf che adottano algoritmi di selezione dei titoli per la riduzione della volatilità. Vi sono diversi tipi di approcci disponibili sul mercato, che si differenziano per alcuni aspetti su cui cercheremo di fare chiarezza. Le principali strategie implementate dagli strumenti quotati sul mercato ETFplus di Borsa Italiana sono tre, ovvero la Minimum Variance (o Minimum Volatility), la Low Volatility e un’ultima strategia definita Risk Weighted.
Il primo approccio prevede, con ribilanciamenti mensili, l’individuazione del portafoglio a varianza minima tra quelli costruibili con i titoli dell’indice base, tenendo conto delle correlazioni tra i titoli stessi. L’algoritmo utilizzato è il classico ottimizzatore quadratico, imponendo i vincoli di non negatività dei pesi (non sono ammesse posizioni corte) e con somma dei pesi pari al 100%. L’impostazione è quindi consistente con l’approccio media/varianza per la determinazione dei portafogli efficienti. Fanno parte di questa categoria gli indici Ossiam Minimum Variance, iStoxx Mini-mum Variance, Msci Minimum Volatility e S&P Minimum Volatility.
La seconda strategia, invece, denominata Low Volatility, si avvale di un filtro basato sulla volatilità degli extra rendimenti; vengono scelte, in questo modo, le azioni a minore volatilità. Tale filtro in alcuni casi è integrato con altri filtri di natura fondamentale o legati ad altre caratteristiche delle azioni, come ad esempio un alto tasso di distribuzione dei dividendi. Infine, la terza strategia, denominata Risk Weighted ed elaborata da MSCI, associa un peso a ciascun titolo ricavandolo dall’inverso della varianza, in modo tale che i titoli più rischiosi abbiano una bassa ponderazione e i titoli meno rischiosi abbiano un peso più elevato.
Nel grafico 1 a pag. 78 abbiamo messo a confronto le suddette strategie relative al mercato azionario sviluppato mondiale (basate sull’Msci World) per cercare di comprendere se la riduzione del rischio è effettiva e quali benefici possa portare, in termini di performance. L’analisi è stata svolta sui rendimenti settimanali degli indici a partire da fine gennaio 2009 sino a gennaio 2020. Nel lungo periodo storico, caratterizzato interamente da un trend generale rialzista, si osserva un pari livello di rendimento, ma una sensibile riduzione della volatilità. L’indice Msci World Minimum Variance registra una volatilità inferiore di oltre il 30% rispetto al classico Msci World. Nel mezzo si pone l’indice Msci World Risk Weighted, che invece riduce di poco più del 10% la volatilità rispetto all’indice madre. La volatilità dell’Msci World risulta, infatti, nel periodo pari al 15%, mentre per l’Msci World Minimum Variance il valore è del 10% e per l’Msci World Risk Weighted del 13%. Minori differenze si notano tuttavia nei livelli di massimo drawdown, che risultano essere più simili tra loro. Gli Etf quotati su Borsa Italiana che permettono d’implementare le strategie su menzionate sono ventisette (vedi tabella 1), distribuiti da diversi emittenti e capaci di coprire varie aree geografiche. Oltre agli strumenti con esposizioni estese globalmente, che in certi casi includono anche mercati emergenti, vi sono strumenti che si con-centrano su specifiche aree come la zona Euro, l’Europa, gli Stati Uniti, i Paesi emergenti e il Giappone. In questo ampio gruppo di Etf a bassa volatilità si trovano anche tre strumenti emessi da Invesco che hanno un filtro aggiuntivo che individua le azioni che pagano i più alti dividendi, un Etf emesso da UBS ETF che offre la copertura del rischio cambio (euro su dollaro) e un Etf di Vanguard a gestione attiva.