Per il mercato Tesla non è un produttore di auto, ma una tecnologia complessiva

Consultique
Consultique

Per il mercato Tesla non è un produttore di auto, ma una tecnologia complessiva

PER IL MERCATO TESLA NON È UN PRODUTTORE DI AUTO, MA UNA TECNOLOGIA COMPLESSIVA
PER IL MERCATO TESLA NON È UN PRODUTTORE DI AUTO, MA UNA TECNOLOGIA COMPLESSIVA

 

Il titolo, che farà il suo ingresso nell’S&P500 fra pochi giorni, è cresciuto di oltre il 600% da inizio anno. Secondo lo strategist il mercato sconta nei prezzi attuali tutte le aspettative future. Ma è consigliabile affidare a temi di nicchia un peso ‘satellite’ rispetto a una parte core più diversificata.


Nel giorno del magico allineamento Giove-Saturno che darà vita a un punto di luce radioso denominato Stella di Natale anche il mondo della finanza avrà la sua sorpresa: l’ingresso, il 21 dicembre, di Tesla nell’S&P 500, ovvero nell’Olimpo delle aziende più capitalizzate degli Stati Uniti. Quale migliore occasione, avrà pensato Elon Musk, per rivolgersi al mercato allo scopo di iniettare nuovi capitali nella società? Il primo costruttore mondiale di auto elettriche, dopo quattro trimestri di profitti consecutivi, ha infatti annunciato proprio ieri un nuovo aumento di capitale da 5 miliardi di dollari (il secondo in appena tre mesi, il terzo del 2020) emettendo azioni ‘at-the-market’, sulla base quindi delle quotazioni correnti di Borsa. L’importo è minimale rispetto alla capitalizzazione di Borsa (600 miliardi di dollari), ma è comunque funzionale a supportare l’espansione produttiva globale di Tesla in Texas e in Germania.
Tesla ha creato molta ricchezza agli investitori e non solo allo stesso Musk, che oggi risulta essere il secondo uomo più ricco della terra dietro al re indiscusso Bill Gates. L’annuncio dell’ingresso del titolo nell’S&P500 ha portato a un ulteriore allungo delle quotazioni, che hanno toccato i 650 dollari per azione contro i 90 di inizio anno. “L’ingresso di un titolo nell'S&P500 porta innumerevoli vantaggi soprattutto in termini di visibilità, in quanto l’indice Usa è un paniere guida per tutti gli investitori, soprattutto quelli istituzionali”, è il commento di Andrea Cattapan, CFA e Analista Area Equity e Risparmio Gestito di Consultique SCF. Già l’aumento vertiginoso del titolo nel 2020 (oltre +600%) ha portato le quotazioni a valori stellari e con loro i multipli di valutazione.
La domanda è allora semplice: conviene ancora comprare Tesla a questi prezzi? Come spiega Cattapan, il rapporto tra prezzo e utili atteso per il 2020, rispetto all’anno precedente, ora è calcolabile ed è positivo, ma altissimo (290), mentre quello tra prezzo e ricavi da tre volte è passato a oltre 20. Questi valori, secondo Cattapan, si giustificano con un impetuoso aumento degli utili stimato dagli analisti: +69% nel 2021, +51% nel 2022 e ulteriori crescite medie future tra il 20% e 30%. È evidente come il mercato non tratti Tesla come un mero produttore di auto, se pure in una nicchia di mercato in fortissima espansione come quella dei veicoli elettrici, ma proprio come una tecnologia complessiva”, spiega Cattapan. La componentistica sviluppata da Tesla in tema di immagazzinamento di energia, le catene di valore e i brevetti sviluppati in questi anni danno infatti a Tesla un indubbio vantaggio rispetto ai competitors, creando quello che piace molto a Warren Buffett, ossia il ‘Wide Moat’ (vantaggio competitivo) rispetto alle altre società. “Certo, le valutazioni non sono ragionevoli come intende Buffett, ma ovviamente il mercato sconta nei prezzi attuali tutte le aspettative future: sarà poi da vedere se i trend di crescita previsti saranno raggiunti oppure no”, spiega Cattapan. Che aggiunge: “Va ricordato inoltre che Tesla è comunque già riuscita in un primo grande obiettivo per chi si cimenta in un business estremamente futuribile, ossia renderlo economicamente sostenibile”.
In ogni caso, secondo Cattapan, nel lungo periodo i prezzi di Borsa dovrebbero tendere a un fair value, mentre nel breve/medio periodo la legge di domanda e offerta potrebbe portare a situazione "a imbuto", dove le modalità per un investitore desideroso di esporsi ad una determinata tematica lo portano a selezionare le poche opzioni disponibili. E questo specie se cominciano ad affluire i big money degli attori istituzionali. "Se la mobilità elettrica sarà un mercato effettivamente ad alto tasso di sviluppo, è preferibile a questo punto comprare panieri diversificati, dove ovviamente Tesla sarà, al momento, l’investimento preminente, ma dove appare più ragionevole lasciare al mercato definire pesi coerenti con l’evoluzione dei business delle aziende", afferma Cattapan. Che conclude: "Allo stesso tempo, il peso in portafoglio di un tema a così alto tasso di crescita deve essere coerente con una visione secondo cui altri business ancora più innovativi potrebbero entrare ex-novo sul mercato della mobilità futura. Per questa ragione è consigliabile affidare a questi temi di nicchia un peso satellite rispetto a una parte core più diversificata".