Rebus fiscale per cercare la soluzione più light

Consultique
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Rebus fiscale per cercare la soluzione più light

Rebus fiscale per cercare la soluzione più light
Trovo utilissimi i confronti fra le diverse opzioni di parcheggio della liquidità (come nel vostro articolo del 5 maggio). Per completezza, credo che sarebbe importante ricordare che su un BTp (come su ogni altro investimento) grava un’imposta di bollo dello 0.2% annuo, che invece non si applica al conto corrente.
Con i rendimenti attuali, mi sembra una differenza non irrilevante.

Il lettore pone l’attenzione sul tema della fiscalità applicata sugli strumenti finanziari, un tema che in un periodo di rendimenti che talvolta vanno in negativo e con la minipatrimoniale rappresentata dal bollo ha un’importanza crescente per una corretta pianificazione patrimoniale. 

«Il Fisco ha avuto tra l’altro una crescente rilevanza nel corso degli ultimi anni – spiegano da Consultique –. Infatti, l’innalzamento delle aliquote prima da parte del Governo Berlusconi nel 2011 e poi da parte del Governo Renzi nel 2014 ha portato la tassazione sui redditi finanziari dal 12,50% al 26%, fatta eccezione per l’investimento in titoli di stato appartenenti alla White List, che hanno mantenuto l’aliquota iniziale». 
Il lettore pone inoltre l’attenzione su un’ulteriore imposta, che ha avuto una ampia rivisitazione da parte del Governo Monti nel 2012 con il Decreto Salva Italia. 

In particolare tale decreto prevede che sui conti correnti si paghi un’imposta di bollo in misura fissa pari a 34,20 euro annui sui conti correnti aventi giacenza media annua superiore a 5mila euro e un’imposta annua proporzionale al controvalore del dossier titoli. Tale imposta attualmente ammonta allo 0,20% annuo e ai fini della determinazione dell’imponibile su cui viene calcolata l’imposta concorrono tutti gli strumenti finanziari (compresi i conti di deposito) e ad eccezione delle polizze di Ramo I. 

Ulteriore esenzione riguarda i buoni fruttiferi postali che risultano esenti laddove siano emessi dopo il 1° gennaio 2009 e il loro valore complessivo di rimborso non sia superiore a 5mila euro.
In conclusione, se il conto corrente, come indicato, non è soggetto all’applicazione proporzionale dell’imposta di bollo dall’altro è soggetto all’applicazione di un’imposta sui redditi pari al 26% per contro il BTp è soggetto all’imposta di bollo pari attualmente allo 0,20% ma gode di una fiscalità di vantaggio avendo una tassazione sui redditi pari al 12,50%. 

«È molto importante, dunque, valutare di volta in volta, a partire dai controvalori disponibili, quale soluzione è preferibile tenuto conto anche degli aspetti fiscali, dal momento che l’aliquota è più che doppia nel caso dei conti correnti rispetto al caso dell’investimento nei titoli governativi», concludono da Consultique.