FocusRisparmio: Rendicontazioni la Consob detta i tempi ma non i modi

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FocusRisparmio: Rendicontazioni la Consob detta i tempi ma non i modi

RENDICONTAZIONI LA CONSOB DETTA I TEMPI (MA NON I MODI)
RENDICONTAZIONI LA CONSOB DETTA I TEMPI (MA NON I MODI)
Il mantenimento del massimo livello di trasparenza verso il cliente è il cavallo di battaglia di tutte le associazioni che riuniscono i professionisti del risparmio. Così come il riconoscimento del valore aggiunto dei servizi di consulenza.

Rendicontazioni dei costi più snelle e inviate secondo tempistiche precise: questi gli obiettivi che Consob vuole centrare con la consultazione avviata a febbraio in materia di trasparenza degli oneri associati ai servizi d’investimento offerti dagli intermediari come banche e reti di consulenza.
La sollecitazione – che intende colmare le lacune lasciate aperte in ambito applicativo dalla direttiva MiFID2 – è stata accolta con favore dagli operatori di settore interpellati da FocusRisparmio. “A nostro avviso la consultazione è la modalità più corretta per arrivare a un modello di rendicontazione condiviso che raggiunga l’obiettivo di dare informazioni chiare ai clienti”, commenta Paolo Di Grazia, vicedirettore generale di Finecobank.
Il mantenimento del massimo livello di trasparenza verso il cliente, infatti, è il cavallo di battaglia di tutte le associazioni di professionisti della consulenza finanziaria, sia monomandatari sia autonomi.
“Nel plaudire alla migliore trasparenza, condividere a livello europeo le raccomandazioni che vadano oltre gli orientamenti dell’Esma e stabilire criteri precisi su presupposti uguali per tutti è fondamentale per una corretta competizione e un utile raffronto tra gli investitori”, spiega Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti. “L’impianto complessivo delle raccomandazioni indicate risulta idoneo a fornire un’informativa chiara e non fuorviante dei costi e oneri sostenuti dal cliente”, gli fa eco Luca Mainò, vicepresidente AssoSCF e membro del direttivo Nafop.

IL NODO DELLE TEMPISTICHE
Fra gli snodi cruciali della consultazione si annoverano i tempi di invio della documentazione. Lo scorso anno alcuni intermediari hanno inviato le rendicontazioni con ritardo – solo il 30% le ha trasmesse entro il primo semestre dell’anno, secondo una survey condotta da PwC. Per questo Consob vorrebbe fissare ad aprile il termine perentorio entro cui le società mandanti devono inviare le rendicontazioni riferite all’anno solare precedente. Un obiettivo sfidante secondo alcuni intermediari: “Per anticipare la data dovrebbero essere necessarie delle norme sovranazionali che indichino ai produttori delle nuove scadenze per inviarci le informazioni. Oggi quelli esteri le inviano in molti casi a marzo o anche ad aprile: per questa ragione un invio dei rendiconti in anticipo per quest’anno non è possibile”, avverte Di Grazia.
Nafop e AssoScf ritengono che la rendicontazione sui costi debba essere inviata al cliente il prima possibile: “Quest’anno ci siamo impegnati con i clienti a comunicare questo dato entro 60 giorni dalla fine dell’anno solare. Gli associati hanno inviato le rendicontazioni per il 2019 entro la fine di febbraio”, dice Mainò.

IL VALORE AGGIUNTO DELLA CONSULENZA
L’intervento Consob, dunque, punta a mettere dei paletti entro i quali gli intermediari dovranno muoversi e si inserisce in un contesto più ampio che vede la Commissione europea impegnata nella revisione della norma; processo che dovrebbe risolversi non prima di luglio prossimo.
“L’obiettivo della direttiva era quello di consentire al cliente di valutare il costo di un servizio che in Italia in molti casi viene ancora percepito come gratuito”, argomenta Di Grazia. Sul terreno del valore aggiunto della consulenza vi è convergenza di vedute fra consulenti monomandatari e autonomi. Mainò accoglie le revisioni sulla direttiva con lo stesso spirito positivo del collega: “Nonostante consulenti indipendenti autonomi e SCF offrano una prestazione intellettuale e non siano annoverabili tra gli ‘intermediari finanziari’, riteniamo che la revisione della normativa comunitaria possa finalmente prevedere il passaporto comunitario anche per quei soggetti a tutti gli effetti considerati, ai fini della regolamentazione, degli intermediari”.


Di Alessio Trappolini