Fundspeople | ETF target maturity, il ruolo all’interno dei portafogli

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Fundspeople | ETF target maturity, il ruolo all’interno dei portafogli

Fundspeople | ETF target maturity, il ruolo all’interno dei portafogli

Mercoledì 24 gennaio - Fundspeople

L’offerta di diverse scadenze permette a investitori e consulenti finanziari di gestire questi ETF nella maniera il più possibile funzionale alle esigenze di investimento. Diversificati come i fondi obbligazionari a scadenza ma più liquidi e dai costi maggiormente contenuti, gli ETF target maturity da poco arrivati in Italia hanno in subito conquistato il favore degli addetti ai lavori. In questa tavola rotonda, abbiamo chiesto a quattro di loro qual è l’uso ideale di questi prodotti nei portafogli degli investitori.

Quattro scadenze
Come tutti i prodotti finanziari anche gli ETF a scadenza hanno bisogno di essere spiegati e adattati in funzione della diversa tipologia di clienti, spiega i Ivano Di Guida, head of Xtrackers Sales of Italy. Al momento Xtrackers ha reso disponibili quattro diverse scadenze:  settembre 2027, settembre 2029, settembre 2031 e settembre 2033. Questo consente al consulente finanziario o al cliente finale di pianificare e costruire il portafoglio in base alle esigenze personali di risparmio e di investimento, ed in funzione dell’orizzonte temporale. Prosegue Di Guida: “Secondo noi questi prodotti rispondono alle attuali  esigenze dei risparmiatori italiani di avere uno strumento di investimento a basso costo, facilmente negoziabile, diversificato e adatto alla pianificazione finanziaria”.

Duration costante
“È interessante che siano disponibili scadenze anche piuttosto lunghe e che quindi si possa avere
La scelta della scadenza deve rispondere alle esigenze ed alle caratteristiche del singolo investitore ma dovendo ipotizzarne l’utilizzo più adatto,  Edoardo Maffeis, consulente finanziario autonomo di Ifa Consulting, pensa all’orizzonte temporale medio, di tre o cinque anni, “che si configura come una via di mezzo della curva che risente meno della volatilità”.

Pensando alla discesa dei tassi a breve e al possibile mantenimento o leggero rialzo dei tassi a lungo, una manovra “più tattica” potrebbe voler dire “esporsi alla curva a breve termine e, quando questa inizierà a scendere, spostarsi quella a lungo”, prosegue Maffeis.”, commenta  Piermattia Menon, Senior financial analyst di Consultique. L'utilizzo in un portafoglio di gestione senza un obiettivo temporale specifico, è secondo l’analista “quello di acquistare diverse, se non tutte, le scadenze, per poi andare a fare lo switch con i nuovi lanci con scadenze più elevate”. Si va a mimare la duration costante con degli strumenti che però il cliente percepisce come “più sicuri” perché sa che arrivati alla scadenza “ci sarà un rendimento non garantito però molto probabile e prestabilito all'inizio”.

Uso tattico
La scelta della scadenza deve rispondere alle esigenze ed alle caratteristiche del singolo investitore ma dovendo ipotizzarne l’utilizzo più adatto,  Edoardo Maffeis, consulente finanziario autonomo di Ifa Consulting, pensa all’orizzonte temporale medio, di tre o cinque anni, “che si configura come una via di mezzo della curva che risente meno della volatilità”. Pensando alla discesa dei tassi a breve e al possibile mantenimento o leggero rialzo dei tassi a lungo, una manovra “più tattica” potrebbe voler dire “esporsi alla curva a breve termine e, quando questa inizierà a scendere, spostarsi quella a lungo”, prosegue Maffeis.

Rating
Francesco Margonari, Investment Advisor di Mediobanca SGR scende maggiormente nel dettaglio: “Sulla componente corporate investment grade euro riteniamo interessanti i segmenti tra i cinque e i sette anni dove si possono trovare anche titoli di nuove emissioni con cedole generose, che permettono di gestire al meglio la duration”. Sulla componente euro High Yield invece, nonostante il contesto economico benigno, “prediligiamo scadenze più brevi, tra i tre ed i cinque anni”, spiega Margonari. Altro aspetto importante da considerare è il rating medio di portafoglio. “Se per la componente Investment Grade ci si può spingere a nostro avviso anche più verso la BBB, ossia il limite inferiore della categoria, sulla componente HY preferiremmo al contrario rimanere sulla parte alta della scala dei rating, cioè le BB”. Nel mondo del credito speculativo infatti lo spread tra l’indice generale e quello del segmento B è attualmente sotto la sua media storica di lungo termine e non risulta quindi conveniente scendere “eccessivamente con il merito creditizio” per ottenere un “rendimento aggiuntivo”.

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