Il pesante sell-off sul Nasdaq manda in rosso i social network

Consultique
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Il pesante sell-off sul Nasdaq manda in rosso i social network

IL PESANTE SELL-OFF SUL NASDAQ MANDA IN ROSSO I SOCIAL NETWORK
IL PESANTE SELL-OFF SUL NASDAQ MANDA IN ROSSO I SOCIAL NETWORK


Secondo l’analista, piattaforme che si basano sulle aspettative future di crescita, ma che non rispettano quando già prezzato nelle quotazioni, sono sempre a rischio. Per quanto riguarda Twitter, nonostante i ricavi in crescita dell’ultima trimestrale, avrebbe deluso l’aumento, sotto le attese, del numero di utenti.

Che cosa sta succedendo a Big tech, e specialmente al sottosettore dei social media? Da quando è iniziata la rotazione settoriale, si rilevano grandi differenze tra le performance dell’S&P500 (+6,8% al 10 maggio) e quelle del Nasdaq, in negativo del 3 per cento. Ma per i social media il passivo è ancora più pesante, pari a -16%, con titoli come Snapchat e Twitter che perdono rispettivamente il 16% e il 28 per cento. Il motivo è presto detto. Come spiega Andrea Cattapan, analista di Consultique Scf, sta finendo l’euforia sulle frange più estreme dei mercati, e quelle che hanno multipli particolarmente elevati, per forza di cose, sono più vulnerabili. “Basta mancare le attese ed ecco esplodere la volatilità su questi segmenti di mercato e alcun i titoli, come Twitter, stanno perdendo terreno rispetto al mercato”, dice Cattapan. Che aggiunge: “Twitter ha un p/e attuale di oltre 1.000 (quello atteso è pari a 65), e Snapchat ha p/e negativo (atteso 278). Facebook, che infatti non è stata finora penalizzata dal mercato, ha un p/e di 26 contro un p/e atteso di 23, ed è rimasta a galla nonostante tutte le problematiche di antitrust restino comunque sullo sfondo”. Se il repricing, o correzione, fatto dal mercato potrà essere sufficiente, occorrerà vedere le prossime trimestrali, per ritrovare magari lo slancio rialzista.
Quindi l’andamento negativo delle ultime settimane riguarderebbe gli utili e la sostenibilità futura degli stessi. Va detto che Twitter non è nuova a movimenti bruschi, già avvenuti nel 2018, nel 2019 e nel 2020 in piena pandemia. Piattaforme che si basano sulle aspettative future di crescita, ma che non rispettano quando già prezzato nelle quotazioni sono sempre a rischio nelle valutazioni. “E fin quando c’è euforia, va tutto bene. Ma quando i numeri vanno dimostrati, ecco che il mercato riprezza dove non ha visto i progressi stimati”, dice Cattapan. Per quanto riguarda Twitter, i ricavi sono infatti risultati in crescita (+28%) e in linea con le stime, ma ha deluso l’aumento, sotto le attese, del numero di utenti. “Per queste piattaforme i clienti sono la base su cui sviluppare la loro strategia legata all’advertising: se si indebolisce questo aspetto, le prospettive future - già di per sé aleatorie per un settore di questo tipo - cominciano a non rassicurare il mercato”, dice Cattapan. Che conclude: “Anche perché il settore non ha barriere all’ingresso così elevate da impedire a una nuova piattaforma di emergere come nuovo potenziale leader”.