Investire | Il caro costi agli sportelli affoga il sistema fondi

Consultique
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Investire | Il caro costi agli sportelli affoga il sistema fondi

Investire | Il caro costi agli sportelli affoga il sistema fondi

Novembre 2023 - Investire p. 16-17

In un momento di difficoltà del sistema del risparmio gestito, con una raccolta netta negativa come non si vedeva da tempo (le due mappa trimestrali di Assogestioni per il 2023 hanno fatto registrare deflussi rispettivamente per il primo trimestre di -7 miliardi euro e per il secondo trimestre di -12 miliardi di euro, a cui si aggiungono i deflussi di luglio pari a -3,82 miliardi, di agosto pari a -795 milioni di euro e di settembre per un -6,25 miliardi, per un totale prossimo ai 30 miliardi di euro nei primi 9 mesi dell’anno) torna d’attualità il tema del caro costi dei prodotti di risparmio gestito, in particolare dei fondi comuni d’investimento, che in un contesto di persistente alta inflazione, di mercati finanziari difficili e di concorrenza irresistibile di Btp e conti deposito al 5%, di conti correnti remunerati al 3% (grande successo commerciale di BBVA in Italia) rendono ancora più complessa la caccia al rendimento per gli investitori retail.

Sul tema una analisi di Consultique realizzata per Investire, evidenzia in modo impietoso il caro costi dei fondi, in particolare dei prodotti domiciliati in Italia e in misura appena inferiore dei fondi estero vestiti e “consobizzati”, cioè autorizzati alla vendita in Italia (in cui rientrano i molti fondi di diritto irlandese e lussemburghese collocati nel nostro Paese).
L’analisi è circoscritta, a titolo esemplificativo, al solo perimetro dei fondi di azionario globale diversificato allocati per quasi 127 miliardi di euro con riferimento a tutti i fondi disponibili alla vendita in Italia e per quasi 10 miliardi di euro con riferimento ai fondi domiciliati in talia.

Ebbene Giuseppe Romano, responsabile dell’ufficio studidi Consultique fa notare che «il 30% delle masse investite in fondi disponibili alla vendita in Italia è allocato nel 25% più costoso. Se però guardiamo le masse dei fondi con ISIN che inizia con "IT" quasi il 44% delle masse è allocato nel quartile più costoso». Di fatto la percentuale delle masse allocate dei fondi disponibili in Italia tra terzo quartile (fondi con costi fino al 2,03%) e quarto quartile (con costi fino al 5,68%) raggiunge quasi il 61%, mentre la percentuale delle masse allocate nei fondi domiciliati in Italia nei fondi di terzo e quarto quartile oltrepassa complessivamente l’85% del totale.
Romano sottolinea che «tendenzialmente i fondi che costano di più registrano performance inferiori ai fondi che rientrano nei quartili dal range di costo inferiore» e che «I fondi di diritto italiano sono i più costosi perché hanno costi di distribuzione più elevati». «La messa in vendita dei fondi comuni più costosi è ascrivibile principalmente alle filiali bancarie tradizionali, a cui appartiene il grosso delle masse in risparmio gestito.
La mia unica conclusione è che bisogna lavorare molto sulla cultura finanziaria del personale di sportello», conclude Romano.

Cultura finanziaria difficile da trasmettere considerata l’entità delle pressioni commerciali che i bancari subiscono dei propri superiori, con gravi conseguenze psicologiche per chi le subisce, come ha raccontato diffusamente Giuliano Xausa, segretario generale della Fabi e presidente di Assonova, alla platea del Fee Only Summit di Verona, a proposito di una recente indagine Fabi da cui emerge che il 44% dei dipendenti bancari soffrono di disturbi del sonno, sono in cura da uno psichiatra o fanno uso di psicofarmaci.

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