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L'esercito di 600mila investitori con azioni di banche non quotate - "Quegli 11 miliardi sono di carta"

L'esercito di 600mila investitori con azioni di banche non quotate -
“Le regole del gioco per valutare i titoli
di istituti non quotati stanno per
cambiare. E in tanti potrebbero
trovarsi con azioni che valgono poco”.
Ecco il nostro intervento sul QN del 13 marzo.

 
Circa 600mila risparmiatori per un investimento compreso tra i 10 e gli 11 miliardi di euro (era di 16 miliardi a fine 2015). Secondo una stima della società di consulenza Consultique aggiornata al 2017 è questo l’esercito di investitori presenti in oltre 60 istituti non quotati che potrebbero faticare nei prossimi mesi a liquidare l’investimento. Il dato (elaborato per la maggior parte delle banche sulle semestrali 2016) è significativo. Per questi risparmiatori si avvicina un periodo non semplice: per i titoli delle banche non quotate sul listino cambieranno presto le regole del gioco. Sulla scia dell’imminente entrata in vigore della Mifid 2 questi istituti dovranno comunicare a Consob entro il 18 aprile come intendano negoziare le azioni in futuro. Tali titoli vengono scambiati attualmente attraverso sistemi multilaterali di negoziazione, internalizzatori o fondi di acquisto di azioni proprie: processi completamente diversi rispetto a quelli in essere per le quotate. I recenti dissesti delle good bank e di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, che hanno azzerato i risparmi di migliaia di piccoli azionisti, hanno spinto l’authority guidata da Giuseppe Vegas a emanare una raccomandazione (era l’ottobre scorso), chiedendo agli intermediari di mettere in cantiere interventi a tutela della clientela retail in materia di titoli illiquidi.
 
«Un’iniziativa sacrosanta e utile che arriva tuttavia con un po’ di ritardo», spiega Andrea Cattapan, analista equity e risparmio gestito di Consultique. Consob con questa mossa ha messo l’accento sulla necessità di rispettare adeguati livelli di trasparenza ed efficienza, anche al fine di ridurre i rischi di comportamenti non allineati all’interesse della clientela. Per via della stretta le valutazioni azionarie fatte dalle singole banche in maniera talvolta troppo generosa potrebbero presto cambiare.

 
  • IL RISCHIO?
«Per le banche non quotate il rischio è insito in una sopravvalutazione con ratio prezzo/valore di libro superiori all’unità non supportati dai fondamentali. Per queste banche, i valori superiori all’unità sono da monitorare con attenzione, perché potrebbero portare a una difficoltà nella vendita dei titoli o a un possibile successivo deprezzamento». Per questo motivo oggi è fondamentale prestare più attenzione alla redditività e alla qualità del credito. Per istituti come Banca di Piacenza, Cassa di risparmio di Ravenna dorati di una buona qualità del credito anche se questo valore si avvicinasse a 1 non sarebbe un problema”. Ma ciò vale solo per le banche sane e profittevoli. Secondo lo studio realizzato da Consultique per ragioni differenti tra loro i titoli di Banca Popolare di Cividale, Banca di Puglia e Basilicata, Cassa di Risparmio di Rimini sono difficilmente liquidabili. Quelli di Cassa di Risparmio di San Miniato e Banca di Credito Popolare sono particolarmente illiquidi. Quelli di Volksbank sono fermi dallo scorso novembre.
 
«Anche i soci di Popolare dì Bari si confrontano con un atteso deprezzamento dei titoli e il futuro per i venditori rimane incerto», spiega Cattapan. Gli istituti citati si stanno però adoperando per agevolare la liquidità di queste azioni cercando di metterle al riparo da shock o eccessive speculazioni. Alcune di queste banche, tra cui Bari, stanno adottando una soluzione basata sull’infrastruttura di Hi-mtf, sistema multilaterale di negoziazione: un processo che dovrebbe permettere nel giro di un anno di trovare il prezzo congruo. “Il consiglio agli investitori e di rivolgersi a un esperto per verificare che la propria posizione sia corretta e che l’investimento proposto sia idoneo per profilo di rischio e concentrazione di titoli», spiega ancora l’analista. «Nel caso non lo fosse occorre rivolgersi a un legale per tutelarsi».


Letto l'articolo, vi invitiamo a consultare la pagina sul nostro sito dedicata all'assistenza nei contenziosi contro Veneto Banca e Popolare Vicenza che Consultique e il suo Ufficio Studi e Ricerche fornisce agli investitori che ne sono stati vittime.


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