Sabato 11 ottobre - Plus 24, p.11
LA LETTERA
Sono nata nel 1996, laureata in ingegneria e sono stata assunta quattro anni fa. Ora volevo pensare ad una integrazione della “futurissima” pensione per cui vi chiedo consigli relativamente al fondo pensione di categoria Cometa relativo al Ccnl .
L’idea era quella di destinare il 100% del Tfr e una quota individuale. Vi chiedo come premessa una valutazione sull’operato del fondo Cometa e sull’idea di versare il Tfr.
Per quanto riguarda la quota individuale vi chiedo se è valido per ora versare solo la quota minima (pari all’1,2% della retribuzione) in modo da attivare il contributo del datore del 2 per cento. Al momento della pensione ci sarà il Tfr erogato in unica soluzione con la tassazione separata ordinaria e la parte di versamenti individuali che potrà essere erogata in unica soluzione oppure sotto forma di rendita mensile con una tassazione ordinaria o avvalendosi della Rita con una tassazione agevolata. Sono corrette queste considerazioni?
Elena
Quando si tratta di costituire la pensione di scorta la via del fondo negoziale, accessibile solo a chi ha un determinato tipo di contratto lavorativo (e talvolta ai suoi famigliari) appare la soluzione più razionale in quanto permette di avvalersi della contribuzione aggiuntiva del datore di lavoro e di sostenere costi di gestione di solito più leggeri rispetto ad altre alternative sul mercato come i fondi aperti o i Pip.
«Tra le soluzioni disponibili, il Fondo Cometa — fondo pensione negoziale dei lavoratori metalmeccanici — rappresenta una delle opzioni più solide e convenienti – commenta Paola Ferrari consulente finanziaria e previdenziale della società di consulenza indipendente Consultique –. Nato nel 1997, gestisce oggi un patrimonio ingente e si distingue per costi di gestione tra i più bassi del mercato.
Per chi, come lei, ha iniziato a lavorare dopo il 1993, la legge prevede che l’intero Tfr maturando possa essere destinato al fondo pensione (non è possibile scegliere solo una parte). La destinazione del trattamento di fine rapporto al fondo decorre dal maturando del 2025, mentre quanto già accantonato può restare in azienda o essere trasferito al fondo, su richiesta del lavoratore e a discrezione dell’azienda».
Versare almeno la quota minima dell’1,2% della retribuzione dà diritto al contributo aggiuntivo del datore di lavoro (2%), un vantaggio immediato che incrementa il montante senza costi aggiuntivi.
«È importante ricordare che il diritto alla prestazione pensionistica si acquisisce solo al momento del pensionamento, secondo i requisiti stabiliti dal regime obbligatorio di appartenenza – spiega Ferrari –. Prima del pensionamento, è possibile ottenere un’anticipazione di una parte del montante maturato per far fronte a determinati bisogni, come spese sanitarie o acquisto della prima casa».
L’eventuale Tfr lasciato in azienda continua a rivalutarsi annualmente dell’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione. Alla fine del rapporto di lavoro, viene tassato con la tassazione separata, calcolata sulla media degli ultimi 5 anni di retribuzione.
Per un’ingegnere giovane e già inserita nel mondo del lavoro, destinare il Tfr al fondo Cometa e versare almeno la quota minima individuale rappresenta una strategia previdenziale efficiente e consapevole: bassi costi, contributo aziendale e vantaggi fiscali ne fanno una scelta di buon senso per costruire una pensione integrativa.