Plus 24 | Con la polizza assicurativa l’introito annuo è vitalizio ma la soluzione non piace

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Plus 24 | Con la polizza assicurativa l’introito annuo è vitalizio ma la soluzione non piace

Plus 24 |  Con la polizza assicurativa l’introito annuo è vitalizio ma la soluzione non piace

Sabato 10 maggio  - Plus 24, p.5

ALTERNATIVA DECUMULO

Costruirsi una rendita di riserva consumando i propri risparmi. Un’idea da cicala che tuttavia in futuro potrebbe andare di moda visto che aumenta il numero dei single senza figli. Ma quanto ci si può permettere di incassare annualmente erodendo il capitale (pari a 200mila euro) accumulato negli anni?

Secondo le elaborazioni realizzate da Giuseppe Romano, direttore ufficio studi di Consultique Scf, nell’ipotesi di un 55 enne che si vuole garantire un fisso nei 30 anni ipotizzati dalla simulazione la rendita annuale è di 8.755 euro, ottenendo un rendimento annuo del 2% netto dal capitare residuo. Se si sale al 3,5% la rendita andrebbe a 10.506 euro. Nell’ipotesi invece del 65enne, la cifra ottenibile nei 20 anni di durata della simulazione è di quasi 12mila euro annui (al 2%), che sale a circa 13.600 euro annui nell’ipotesi del 3,5%. La vita, però, si allunga sempre di più e non è detto che a 85 anni i nostri due protagonisti siano prossimi alla “dipartita”. Grazie a cure mirate e a stili di vita adeguati, la speranza di vita aumenta e quindi le nostre aspiranti cicale devono tenere conto del rischio longevità: ossia di sopravvivere più a lungo dei propri risparmi. «Per questo motivo – secondo Romano – sarebbe utile reintrodurre in Italia un tipo di polizza cosiddetta di “rischio puro” dove le assicurazioni erogano un capitale o una rendita solo al verificarsi della sopravvivenza oltre una certa età nel nostro caso dopo gli 86 anni». Aiutano allo scopo anche le rendite vitalizie offerte dalle assicurazioni. Uno strumento che tuttavia piace poco agli italiani. Stando agli ultimi dati Ania, tra il 2020 e il 2022 solo lo 0,457% dei contratti giunti a scadenza che prevedevano l’opzione di conversione in rendita si sono risolti con l’incasso del vitalizio: gli assicurati preferisco il capitale.

Ma vediamo come funzionano le rendite assicurative. Nel caso di specie conferendo 200mila euro all’assicurazione (e perdendone per sempre la titolarità) si otterrebbe una rendita vitalizia (ossia per tutta la vita) che va da 6.862 euro per una donna 55 enne (7.617,68 per un uomo della stessa età) fino ai 9mila euro per una 65enne (10.403 per l’uomo). In questo caso si tratta di una semplice rendita vitalizia ossia di un contratto che offre una determinata somma annua vita natural durante. Una scommessa perché, se l’assicurato muore nei primi anni dall’erogazione, gli eredi non otterranno alcun rimborso del capitale. Per attenuare questo rischio esistono altre formule optando per le quali la rendita ovviamente scende leggermente.

Da un lato ci sono le rendite certe che per un determinato numero di anni (5 o 10) anche in caso di decesso erogano comunque agli eredi la rendita certa per i primi cinque o dieci anni. Dopodiché se l’assicurato sarà ancora in vita continuerà a ricevere il vitalizio (della stessa cifra), altrimenti no. In queste ipotesi le rendite vanno dai 6.840 euro per la 55enne ai 10.153 euro per il 65enne (per ipotesi negli altri casi si veda la tabella in pagina). Infine esiste un ’altra tipologia di rendita, quella con cashback. Con questo contratto in caso di decesso precoce dell’assicurato, ovvero prima della speranza di vita attesa, agli eredi viene comunque restituito il residuo del capitale non erogato ancora sotto forma di rendita. Rispetto alla vitalizia le rendite sono un po’ più basse in quanto bisogna pagare la controassicurazione.

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