Plus 24 | Liquidità: conti deposito competitivi fino ai 36 mesi

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Plus 24 | Liquidità: conti deposito competitivi fino ai 36 mesi

Sabato 26 luglio - Plus 24, p.4

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I conti deposito offerti dalle banche sono tuttora un’alternativa interessante rispetto all’investimento in strumenti di breve termine.

Soprattutto perché permettono di gestire la liquidità con la relativa tranquillità di rientrare in possesso del capitale iniziale alla scadenza, maggiorato da una discreta remunerazione. Sulle scadenze fino a tre anni, infatti, la redditività dei conti deposito è competitiva, nonostante una tassazione degli interessi pari al 26% contro un’imposta molto più favorevole del 12,5% sui titoli di Stato. La tabella a fianco mostra le migliori offerte di rendimento netto tra una selezione di conti deposito svincolabili e vincolati sottoscrivibili online.

Per effettuare una scelta che risponda alle proprie esigenze, però, bisogna verificare le caratteristiche dei singoli strumenti, che possono anche divergere molto.

Il confronto
«In questo momento - spiega Federico Pigatto, analista dell’ufficio studi e ricerche di Consultique - un titolo di Stato italiano rende, al lordo delle imposte, l’1,9% a sei e a 12 mesi, il 2% a 18 mesi, il 2,2% a 36 mesi e il 2,7% a 60 mesi. Mediamente, invece, i conti deposito analizzati offrono un rendimento (al netto anche dell’imposta di bollo) maggiore rispetto a quello offerto dai BTp sulle scadenze più brevi, fino a 36 mesi. Viceversa, quando si confrontano strumenti con durate quinquennali, in media i conti deposito rendono leggermente meno delle obbligazioni governative».

Conti deposito e titoli di Stato rispondono anche a esigenze diverse. Generalmente, i titoli di Stato si sottoscrivono con l’intento di investire il denaro per un periodo definito e i risparmiatori tendono a tenerli fino alla scadenza. Il prezzo oscilla in Borsa e venderli in anticipo potrebbe comportare una perdita in conto capitale, anziché un guadagno, ma gli interessi sono sempre corrisposti finché si è in possesso dei titoli. I conti deposito, invece, sono più spesso aperti per parcheggiare la liquidità in attesa di un diverso utilizzo, con l’opzione - se si tratta di conti svincolabili - di ritirare parzialmente o interamente il capitale. Tuttavia, a differenza che per i titoli di Stato, il rimborso anticipato può comportare la perdita o la riduzione degli interessi, oppure delle penali.

«Uno svantaggio nell’utilizzo dei conti deposito rispetto ai titoli di Stato - continua Pigatto -sta nella possibilità di svincolare i soldi. Mentre le obbligazioni sono negoziabili sul mercato, i conti deposito, spesso, non prevedono lo svincolo anticipato, oppure lo permettono a condizione di rinunciare a tutta, o quasi, la remunerazione promessa, a causa delle penali di uscita».

Limite di sicurezza
I conti deposito sono prodotti bancari e rientrano nell’alveo degli strumenti garantiti dal Fondo di tutela dei depositi, che protegge i depositanti fino a 100mila euro. In caso di crisi dell’istituto di credito che offre il conto deposito, quindi, la parte eccedente i 100mila euro non sarebbe coperta dal fondo di garanzia e potrebbe rientrare nella procedura di Bail-in. Il Bail-in è una modalità di salvataggio interno che coinvolge azionisti, obbligazionisti o correntisti di una banca in crisi nella copertura dei suoi debiti.

Occhio al vincolo
Il rendimento non dovrebbe quindi essere l’unica cosa da guardare quando si sottoscrive un conto deposito, visto che i paletti che delimitano la remunerazione sono parecchi e, in alcuni casi, anche alti.

La prima scelta va fatto rispetto alla possibilità di ritirare in tutto o in parte i soldi depositati. I conti vincolati pagano un pochino di più, ma per rientrare in possesso del capitale bisogna aspettare fino al termine. In aggiunta, anche i conti svincolabili possono perdere la loro attrattività in caso di estinzione anticipata, per via di penali o di azzeramento o di riduzione del tasso di interesse. In questi casi, infatti, l’unico vantaggio della sottoscrizione sarebbe di tornare in possesso della somma investita o di poco più.

Il bollo pesa
Bisogna non farsi ingannare dal rendimento lordo offerto per una valutazione di convenienza. Oltre alla tassazione del 26% sugli interessi occorre considerare che l’imposta di bollo può fare la differenza sul guadagno finale, perché alcune banche se ne fanno carico e altre no. Il bollo pesa per il 2 per mille (0,02 per cento) della giacenza media annua.

Frequenza interessi
I conti deposito pagano gli interessi con tempi diversi e il dettaglio è importante per chi ha bisogno o preferisce ricevere flussi periodici. Le opzioni vanno dal pagamento trimestrale fino a quello alla scadenza del vincolo.

Specchietti per le allodole
Infine, occorre fare attenzione alle promozioni, che garantiscono il tasso di facciata soltanto fino a una determinata data o a determinate condizioni (per esempio a chi compra altri servizi della banca). In aggiunta, bisogna verificare se il conto deposito ha un rinnovo automatico che scatta in mancanza di un preavviso, in genere di circa un mese. Le nuove condizioni, infatti, sono sempre meno generose e, quindi, è meglio vedere se ci sono altre offerte più vantaggiose ed eventualmente dare disdetta per tempo.

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