Plus24 | Previdenza: le linee garantite affossano la pensione di scorta

Consultique
Consultique

Plus24 | Previdenza: le linee garantite affossano la pensione di scorta

Plus24 | Previdenza: le linee garantite affossano la pensione di scorta

 

Anche dopo il recupero del 2023 i comparti tutelati sono ancora in affanno. I guadagni a dieci anni sono del 5% per i negoziali e del 3% per gli aperti contro il 60% delle linee azionarie e il 26% del Tfr

Scegliere la sicurezza per costruirsi la pensione di scorta non sempre ripaga. Lo dimostrano i dati dei rendimenti dei fondi pensione. Nonostante i recuperi messi a segno dai mercati in questo 2023, le linee garantite, con l’eccezione dei Piani individuali pensionistici (Pip) a gestione separata, sono le uniche a essere ancora in rosso rispetto a un anno fa (dati al 30 giugno) ed evidenziano ancora perdite anche su orizzonti di tre e cinque anni.

Pure nel lungo periodo il distacco rispetto alle linee a rischio aperto è notevole. Negli ultimi 10 anni le “linee garantite” hanno registrato una performance media complessiva del 5,27% (0,527% annuo) per i fondi negoziali che scende al 3% (0,3% annuo) per i fondi aperti. Le cose sono andate meglio invece per chi ha scelto un Pip a gestione separata che ha mediamente garantito il 2% annuo. Risultati decennali, comunque, molto fiacchi se confrontati con quelli delle linee bilanciate o azionarie che superano, queste ultime, mediamente addirittura il 60% nel decennio. E con lo stessa rivalutazione del Tfr che nel decennio è stata del 26%.

I dati sono stati calcolati dalla società di consulenza indipendente Consultique considerando i valori al 30 giugno 2023 e sono coerenti con quelli resi noti dalla Covip che si riferiscono, per quanto riguarda le performance di lungo termine, al 31 dicembre dello scorso anno, durante il quale anche le linee “garantite” dei fondi pensione hanno perso quota a causa dell’innalzamento repentino dei tassi di interesse che ha causato una sostanziosa svalutazione dei titoli obbligazionari presenti in portafoglio. Una sorpresa molto negativa per chi li aveva scelti pensando di essere più tutelato. Naturalmente va precisato che le linee in questione garantiscono di ricevere almeno quanto investito (o talvolta almeno il 95% del capitale come per il fondo Previmoda) ma la tutela è prevista solo per chi va in pensione o in altri precisi casi. Chi si trasferisce ad altro fondo o comparto cristallizza le perdite, quindi meglio pensarci bene e valutare eventualmente di versare in altra linea solo i flussi futuri.

Scelti da quattro su dieci
Nonostante le fiacche performance, i comparti garantiti si confermano ancora tra i più gettonati, con il 38% degli iscritti, secondi solo ai bilanciati (39,7%). Mentre è ben più esiguo il peso delle linee azionarie: 9,2 per cento.

A onor del vero va detto che negli ultimi anni, il peso dei profili garantiti è sceso mediamente del 6%, in particolare nel settore dei Pip (9,4%). Soluzioni, quest’ultime, che si sono distinte per il fatto di aver sempre ottenuto (anche se a caro prezzo) rendimenti annui positivi grazie al fatto di contabilizzare i titoli in portafoglio al costo storico e non ai valori di mercato. Così, anche nel difficile 2022, sono riusciti a ottenere un risultato medio positivo dell’1,2%. Però il meccanismo della gestione separata può essere utilizzato solo dai Pip e dai fondi preesistenti, mentre non è consentito ai fondi aperti e negoziali.

La classifica a tre anni
Secondo la graduatoria elaborata da Consultique, guardando al risultato degli ultimi tre anni delle linee garantite dei fondi aperti, si vedono ribassi anche del 23% circa: è il caso di due linee di Cattolica (Gestione Previdenza Garantito e Risparmio&Previdenza Garantito). Tra i negoziali i tonfi sono più contenuti: il peggiore a tre anni è il fondo Cometa Tfr Silente (-9,46%). Nello stesso periodo la rivalutazione del Tfr al netto delle tasse che è stata del 13,83%. A remare contro alle linee garantite nella precedente era dei tassi a zero era proprio la difficoltà a gestire le garanzie con tassi così bassi. A causa dei rendimenti compressi non si trovavano più gestori e assicuratori che partecipassero alle gare per i mandati con un inevitabile aumento dei costi per le coperture da fornire che sono diventate sempre più risicate: l’Isc a 10 anni delle linee garantite negoziali è salito allo 0,65% (quasi il doppio del costo delle linee azionarie). Ora che i rendimenti sono più generosi chissà se scenderanno anche i costi delle garanzie?

Le garanzie per i non taciti si riducono e scattano solo in alcuni casi
Ma quali sono le protezioni delle linee garantite e quando valgono? Partiamo dalla definizione: i comparti garantiti prevedono la restituzione del capitale versato o la corresponsione di un rendimento minimo (ipotesi ormai non più prevista dalle convenzioni stipulate di recente).

Le linee garantite destinatarie del Tfr conferito con modalità tacite devono caratterizzarsi per la presenza almeno della garanzia di restituzione del capitale entro un lasso di tempo o al verificarsi di determinati eventi e per l’adozione di una politica di investimento idonea a realizzare con elevata probabilità, in un orizzonte pluriennale, rendimenti pari o superiori al tasso di rivalutazione del Tfr (art. 8, comma 9, del Decreto lgs. 252/2005).

La legge dunque parla chiaro ma poi l’applicazione pratica è diversa da caso a caso (per alcuni fondi la garanzia è solo su una parte dei versamenti effettuati ).

Per i non taciti, per esempio, Alifond e Solidarietà Veneto prevedono la garanzia solo del 90% della posizione maturata all’inizio della convenzione e dei versamenti successivi, mentre per Previmoda è pari al 95 per cento. Certo è che la garanzia di riottenere i denari versati sui fondi si ha solo in determinati momenti.

E chi si vuole trasferire o vuole chiedere una normale anticipazione (che non sia motivata da ragioni precise) rischia di consolidare delle perdite.

«Per quanto riguarda la garanzia, a differenza dei Pip collegati alla gestione separata – conferma anche Paola Ferrari, analista previdenziale di Consultique -, per i fondi pensione aperti e negoziali la tutela, se presente, si ha solo in determinate ipotesi. Per esempio, in caso di esercizio del diritto alla prestazione pensionistica, riscatto per decesso, riscatto per invalidità, o per sostenimento spese sanitarie. Per capire quale sia la reale protezione bisogna guardare all’interno della nota informativa di ciascun fondo dove viene indicato la garanzia e in quali casi si applica». Talvolta la garanzia è prestata anche per trasferimento originato da un peggioramento delle condizioni contrattuali.

Se qualcuno volesse trasferire la posizione altrove o chiedere un’anticipazione normale (non motivata da spese sanitarie) si potrebbe trovare a consolidare una perdita qualora il fondo avesse registrato un risultato negativo. Quindi va ben valutato anche il passaggio cercando magari di dirottare verso linee più efficienti almeno i versamenti futuri.

Va inoltre notato che i forzati del silenzio assenso nei primi due anni di partecipazione mediante inserimento di default nelle apposite linee garantite, non hanno neppure la facoltà di uscire dal comparto per orientarsi su altre linee più diversificate (lo stop dura 24 mesi).

Bisogna inoltre fare attenzione in quanto le modalità di funzionamento delle garanzie possono cambiare in base alle diverse convenzioni che vengono stipulate dai fondi con Sgr o, più di frequente, con le assicurazioni che sono le uniche che possono offrire garanzie potenziate rispetto al capitale.

A cura di Federica Pezzatti