Plus24: La coppia di 80enni pianifica la futura eredità per i figli

Consultique
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Plus24: La coppia di 80enni pianifica la futura eredità per i figli

LA COPPIA DI 80ENNI PIANIFICA LA FUTURA EREDITÀ PER I FIGLI
LA COPPIA DI 80ENNI PIANIFICA LA FUTURA EREDITÀ PER I FIGLI

Siamo una coppia di 83 e 84 anni desiderosi di lasciare alla nostra dipartita meno grattacapi possibili a due figli già indipendenti economicamente. Gradiremmo sapere in previsione cosa dovremmo fare con i nostri risparmi liquidità e investimenti fondi e azioni. Le azioni intestate a noi con minusvalenza, come vengono trattate? Abbiamo anche varie polizze assicurative, conti correnti cointestati. Vi ringraziamo per quello che
potete fare e restiamo in attesa di leggervi.

I lettori pongono alcuni quesiti che non capita di leggere di frequente. Magari contribuisce a queste riflessioni anche il virus che sta facendo riflettere tutti noi su temi che nella normalità di tutti i giorni (ossia nell'era pre­pandemica) non ci capitava di affrontare seriamente.
«La pianificazione successori risulta, per diversi fattori, esser troppo spesso non adeguatamente considerata, sebbene sia fondamentale per ridurre gli eventuali conflitti tra eredi e per cercare di ridurre impatti fiscali che talvolta potrebbero essere onerosi ed evitabili», spiega Giuseppe Romano di Consultique Scf. Non a caso ci son dei professionisti, come i family office, che supportano, tra l'altro, possessori di grandi patrimoni a realizzare piani ad hoc per programmare le questioni ereditarie.
Le domande poste dai lettori s’indirizzano unicamente agli aspetti di carattere finanziario, tuttavia una corretta pianificazione successoria dovrebbe guardare all'intero patrimonio, ricomprendendo pertanto anche i beni immobili. Se ci fosse la necessità, ma non sembra il caso de lettori, andrebbe fatta anche qual che riflessione sulla divisione tra gli eredi delle eventuali aziende, o partecipazioni societarie di rilievo: quest'ambito l'assenza di una corretta pianificazione può originare anche danni elevati.
Fatta questa doverosa premessa ed entrando nel dettaglio dei quesiti posti, laddove si vogliano ridurre le tempistiche relative alle attività che figli devono svolgere per le pratiche di successione sarebbe indispensabile cercare di informare preventivamente o lasciare dei documenti di cui i figli possano agevolmente ricostruire la posizione finanziaria senza dover dunque andare alla ricerca degli investimenti tra i diversi istituti di credito (o buoni e libretti postali), sottolineano da Consultique. Il che è particolarmente importante per eventuali coperture Vita o altri contratti assicurativi finanziari - «Questi ultimi risultano tra gli strumenti indicati in quanto sono un soluzione particolarmente efficiente sia perché sono esenti da eventuali imposte di successione (non si devono nemmeno indicare in dichiarazione di successione) sia perché vengono liquidate direttamente ai beneficiari una volta avvenuto il decesso del soggetto assicurato», spiega Romano. Certo ci sono dei tempi tecnici: i 30 giorni massimi decorrono dalla presentazione completa di tutti i documenti che talvolta sono di difficile reperimento per tutti gli eredi, in particolare può essere difficile ottenere la cosiddetta adeguata verifica, ossia il riconoscimento del beneficiario presso un intermediario finanziario.
«Per quanto riguarda invece tutti gli altri strumenti, ad eccezione dei titoli di Stato dei paesi UE e sovranazionali, dovranno essere indicati in dichiarazione di successione e il valore di carico a cui verranno trasferiti agli eredi sarà quello indicato in sede di dichiarazione, ovvero il prezzo medio fatto registrare dagli strumenti nel corso degli ultimi tre mesi - precisano da Consultique -. Circa invece l'eventuale presenza di minusvalenze già capitalizzate, le stesse non risultano trasferibili agli eredi».
Il consulente fiscale Renzo Parisotto conferma che le minusvalenze non sono trasmissibili: quindi è meglio portarle a compensazione, inoltre sottolinea anche che, come modus operandi, forse converrebbe fare prima di tutto un inventario di quanto si possiede. Dopodiché, magari con un consulente esperto, andrebbe valutato come gli investimenti finanziari presenti in portafoglio sarebbero trattati ai fini successori. Esistono beni anche all'estero? La loro configurazione è allineata anche ai comportamenti dei futuri eredi?
Dopo avere risposto a queste domande e dopo avere inventariato e categorizzato l'attuale patrimonio ci si può dedicare a migliorare l'asset allocation anche dal punto di vista fiscale.

(f.pezzatti@ilsole24ore.com)


Federica Pezzatti
Plus24 – IlSole24Ore