Ripartono i rendimenti della pensione di scorta

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Ripartono i rendimenti della pensione di scorta

Ripartono i rendimenti della pensione di scorta

I fondi pensione negoziali riprendono fiato. Dopo aver chiuso il 2018 in forte affanno, con la totalità dei comparti che ha perso la sfida con il Tfr, nei primi mesi del 2019 sulla scia della ripresa dei mercati stanno recuperando parte del terreno perduto.

Lo scorso anno le forme pensionistiche complementari hanno perso in media il 2,5%, subendo perdite in conto capitale causate dai ribassi dei corsi azionari e dal rialzo dei rendimenti obbligazionari. I risultati più negativi si sono registrati tra le linee azionarie che hanno accusato in media il -5,6%. Nello stesso periodo, la rivalutazione del Tfr è stata invece dell’1,9%.

Nei primi cinque mesi del 2019, invece, secondo la consueta analisi trimestrale condotta dall’ufficio studi di Consultique per Plus24 (pubblicata a pagina 22), emergono dei brillanti recuperi registrati dalle diverse categorie di prodotti: i comparti obbligazionari hanno messo a segno in media un +3,31%, i bilanciati +4,22% e gli azionari 5,52%. La rivalutazione del Tfr da gennaio a maggio del 2019 è stata pari a 1,09% lordo (0,95% netto). Continuano invece a deludere i comparti garantiti che dopo il -1,1% conseguito in media nel 2018, aprono il 2019 con un poco lusinghiero +0,76% realizzano nei primi cinque mesi dell’anno: un rendimento inferiore a quello del Tfr, come ormai avviene sistematicamente negli ultimi anni con la lunga fase di mercato con bassi tassi di interesse.

La peggiore in assoluto, in questo primo scorcio del 2019, è la linea garantita del fondo Concreto costituito dall’associazione dei datori di lavoro Federmaco (Federazione italiana dei materiali di base per le costruzioni) che registra una performance prossima allo zero pari esattamente allo 0,01%. Il migliore in assoluto del 2019 è il fondo Dinamico di Foncer (+6,31%), il fondo pensione dei lavoratori dipendenti dell’industria della ceramica e di materiali refrattari.

Eppure le linee garantite sono ancora tra le più gettonate, con il 25% degli iscritti ai fondi pensione negoziali che hanno deciso di aderirvi fin dagli albori. Ideate nel 2007 per accogliere il Tfr dei lavoratori che aderivano alla previdenza complementare con il silenzio assenso, le linee garantite hanno attratto anche i lavoratori più prudenti, spaventati dalla volatilità sui mercati finanziari. La maggioranza degli aderenti, il 55%, preferisce però le linee bilanciate con un mix di bond e azioni. Solo l’1,7% degli iscritti ha scelto invece le linee azionarie. Numeri che esprimono la prudenza con la quale gli italiani si avvicinano alla previdenza complementare.

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