Un piano per blindare affetti e patrimonio

Consultique
Consultique

Un piano per blindare affetti e patrimonio

UN PIANO PER BLINDARE AFFETTI E PATRIMONIO
UN PIANO PER BLINDARE AFFETTI E PATRIMONIO

LA FIGURA DEL CONSULENTE SVOLGE UN RUOLO CHIAVE NEL COSTRUIRE UN’EFFICACE STRATEGIA DI PROTEZIONE DELLA FAMIGLIA E DEL PATRIMONI

  • Per una copertura Tcm, un imprenditore quarantacinquenne che non ha particolari patologie pregresse, non fumatore, e che intende assicurare un capitale di 500mila euro a 15 anni, può pagare un premio annuo di circa 1000 euro
  • Nel caso di una polizza temporanea caso morte o invalidità permanente è importante quantificare il potenziale danno economico, tenendo anche conto del patrimonio disponibile

Mappare i rischi, quantificare i potenziali danni e gli obiettivi di copertura. Giuseppe Romano, direttore ufficio studi di Consultique, illustra come costruire un percorso a tappe per proteggere gli eredi e mettere in sicurezza gli asset di famiglia


Una corretta pianificazione patrimoniale non può definirsi tale se non passa da un’adeguata strategia di protezione. Ma orientarsi nella giungla delle polizze non è semplice, e spesso, prodotti che sono molto differenti tra loro possono apparire
simili, generando confusione. Prima di sottoscrivere un contratto, è bene chiarirsi le idee e la figura del consulente finanziario può accompagnarci nello scegliere gli strumenti più adatti alle esigenze della famiglia. “È proprio con l’aiuto del consulente che possiamo definire un’efficace strategia di copertura e proteggere il nostro patrimonio”, evidenzia Giuseppe Romano, direttore ufficio studi di Consultique.


Un percorso che va costruito ad hoc seguendo una sequenza precisa di passi. Il primo, spiega Romano, è quello di mappare i rischi, individuando quelli che possono impattare maggiormente sul patrimonio. Il secondo è quantificare il potenziale danno dal punto di vista economico, al verificarsi di un sinistro. Infine, bisogna attribuire una probabilità al verificarsi dell’evento. Maggiori sono il danno economico e la probabilità di verificarsi dell’evento, più prioritaria sarà la copertura.
Si consideri il caso di una polizza temporanea caso morte (Tcm): si tratta di un’assicurazione per la quale, a fronte del pagamento di un premio periodico, nel caso in cui nel periodo prefissato si verifichi l’evento morte, la compagnia liquida ai beneficiari una somma prestabilita in denaro. Bisogna fare bene i calcoli: in particolare, Romano si sofferma sull’importanza di quantificare correttamente i danni. Per una Tcm, il danno equivale al valore attualizzato di tutti i flussi di reddito futuri generati dal contrente, al netto dei costi. Nel caso di un lavoratore con un reddito netto di 100mila euro all’anno, un tenore di vita di 70mila euro all’anno e una speranza di vita residua di altri 30 anni, per coprire il fabbisogno finanziario dei superstiti, servirà circa un milione attualizzato ad oggi e già al netto della pensione indiretta che verrà percepita, calcola Romano. “Se ho dei figli che hanno 10 anni e li devo sostenere finanziariamente fino ai 25 anni, avrò un costo importante e un e, rischio enorme dai 10 ai 25, se ipotizzo che dai 25 saranno autonomi economicamente, mi conviene stipulare la polizza per 15 anni”, precisa Romano. Prendendo lo stesso esempio, l’invalidità permanente – lo stato di impossibilità parziale o totale a svolgere le normali attività lavorative a causa di una grave malattia o di un infortunio – può recare un danno ancora più consistente poiché implica, oltre all’incapacità di generare reddito, anche un costo aggiuntivo di sostentamento dell’invalido. “Al fabbisogno finanziario citato in precedenza si dovranno aggiungere, al netto della pensione di invalidità percepita, altri circa 500mila euro per coprire le maggiori suddette spese”. Si procede poi analizzando lo scenario anno per anno. “Qualora l’evento si verificasse al 14° anno, i miei figli a 24 anni avranno bisogno di meno capitale. Allora si può valutare una Tcm con capitale decrescente”.
Infine, la quantificazione economica del danno va confrontata con il patrimonio disponibile. Ad esempio “se parliamo di un danno di un milione a fronte di un patrimonio di 10 milioni, ho già una copertura di 10 volte superiore e posso decidere anche di non coprirmi con una polizza”. Tuttavia, puntualizza Romano, così facendo non sto “trasferendo” un rischio ma lo sto “ritenendo”: utilizzo un capitale che potrebbe essere, al contrario, “liberato ed investito in modo profittevole”. In un’ottica di pianificazione, a parità di prezzo, conclude Romano, per chi ha un consistente patrimonio da proteggere, è più strategico sottoscrivere una polizza RC capofamiglia che copre i danni (economici e di salute) che un soggetto familiare potrebbe cagionare a terzi. “Questi danni, soprattutto per chi ha un patrimonio importante, sono più prioritari da coprire, perché al verificarsi dell’evento, l’impatto può essere devastante da un punto di vista economico-finanziario”.
Per quanto riguarda il costo della polizza, “gli elementi che concorrono a determinare il premio dell’assicurazione sono numerosi, è impossibile definire un valore medio per l’acquisto di un contratto Tcm, spiega a We Wealth Andrea Polo, direttore ufficio studi di Facile.it. In linea generale, il premio può partire da poche decine di euro al mese, ma alcune variabili possono farlo salire sensibilmente. Se, ad esempio, evidenzia Polo “a parità di altre condizioni lo stesso soggetto è un fumatore accanito o non ha mai toccato una sigaretta, la differenza di prezzo può arrivare anche a sfiorare il raddoppio della rata mensile. Lo stesso discorso vale per una persona gravemente in sovrappeso rispetto ad una normo peso e via così”. “Chiaramente – aggiunge Polo – un’altra importante differenza si origina anche in base all’importo del capitale che si vuole assicurare, ma questa è, diciamo, in qualche modo più prevedibile”. Un esempio concreto? Ipotizzando un imprenditore quarantacinquenne che non ha particolari patologie pregresse, non fumatore, e intende assicurare un capitale di 500mila euro a 15 anni, “è facile trovare coperture base che prevedono una rata mensile di poco superiore ai 100 euro”, spiega Polo. “Se, però, lo stesso soggetto vuole aggiungere delle garanzie ulteriori, come ad esempio la tutela in caso di malattie gravi, il costo sale di circa il 15%. L’importo della rata, invece, raddoppia se si sceglie di aggiungere la clausola di invalidità totale permanente”.

Virginia Bizzarri