Mondoinvestor | Esporsi con gli Etf ai mercati azionari di Cina, India e Taiwan

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Da qualche tempo si sentono notizie al riguardo del cambio di politica monetaria, verso quella restrittiva, da parte di diverse banche centrali. Tra queste, vi è la Federal Reserve, la cui politica monetaria sta provocando l’aumento del tasso di riferimento, ovvero il Federal Funds Rate. Bisogna considerare che questo avrà sicuramente ripercussioni sulle economie emergenti, in quanto andrà ad aumentare il costo di indebitamento di questi stati in un momento in cui le cose non sembrano andare bene. Nel mese di Aprile, infatti, si è osservato il default dello Sri Lanka, che a causa dei livelli di inflazione molto elevati non è riuscito a ripagare il debito estero, decidendo, invece, di garantire l’acquisto dei beni essenziali alla popolazione.
Oltre a questo, forti conseguenze sui paesi meno sviluppati e più fragili dal punto di vista economico, sono stati, appunto, il rialzo dei prezzi delle materie prime, in seguito soprattutto allo scoppio della crisi geopolitica tra Ucraina e Russia. In particolare, gli stati maggiormente colpiti dall’attuale situazione sono quelli che non sono dotati di materie prime e che, quindi, devono ricorrere ad importazioni delle stesse agli attuali prezzi da record.
Tutte queste dinamiche di mercato si stanno presentando, dopo un periodo nel quale i paesi emergenti hanno dovuto fortemente ricorrere al debito estero per far fronte alle difficoltà economiche causate dallo scoppio della pandemia globale.
Nel grafico viene mostrato l’andamento dell’indice diversificato dei paesi emergenti di MSCI e l’andamento dei tre principali mercati azionari presenti in esso, ovvero il mercato cinese che pesa circa il 31% in quello diversificato dei paesi emergenti, quello di Taiwan, che pesa circa il 16%, e quello indiano, che pesa circa il 13%, da inizio 2020. Si può vedere come il mercato azionario cinese è stato quello meno colpito dalla pandemia globale, grazie alle forti limitazioni per evitare i contagi, ma allo stesso tempo anche quello maggiormente influenzato dalle successive decisioni politiche. Le decisioni del governo comunista hanno influenzato negativamente il mercato, limitandone una maggiore espansione. Infatti, nel corso del 2021 sono stati vietati i servizi educativi privati a pagamento e sono state introdotte norme più severe per le società tech. Sempre nel 2021 vi è stato anche il collasso di Evergrande, uno dei più grandi costruttori immobiliari cinesi. Da inizio 2022, invece, le dinamiche che hanno influenzato maggiormente il mercato sono state differenti. In primo luogo, il sentore di un possibile avvicinamento dello stato cinese alla Russia, per supportare quest’ultima in seguito alle sanzioni attuate dai paesi sviluppati occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina. In seconda battuta, il mercato cinese ha sofferto anche le forti limitazioni reintrodotte dal governo per limitare il contagio delle ultime varianti da Covid, definite “Zero Covid”. Questa ultima strategia, infatti, ha provocato forti rallentamenti del commercio cinese e, pertanto, il rallentamento della produzione.
Nonostante questo, il governo, per supportare l’economia in questa fase di debolezza, nelle ultime dichiarazioni ha mostrato un possibile cambio di strategie sulla regolamentazione delle società tecnologiche cinesi: probabilmente si allenteranno le politiche che hanno reso fragile il settore e verrà ricercato uno sviluppo economico sano e regolato dello stesso. Inoltre, il presidente cinese, che non ha mai preso una vera e propria posizione sulla crisi geo-politica in Ucraina, dalle ultime affermazioni sembra che voglia mantenere un rapporto con la Russia senza essere, però, danneggiato dalle sanzioni degli occidentali. Infatti, negli ultimi mesi alcune società tech cinesi stanno “silenziosamente abbandonando” la Russia, per non essere influenzate dalle sanzioni introdotte dai paesi occidentali alle imprese operanti in Russia.
Successivamente, nel grafico il mercato che da inizio 2020 ha sofferto di meno, anzi ha ottenuto anche buone performance è stato quello di Taiwan. Le motivazioni sono da ricercare nella composizione dell’indice, il quale è composto principalmente da società tech e società impegnate nella produzione di semiconduttori (70%). Questi materiali sono, infatti, fondamentali per la realizzazione di componenti elettrici, per esempio i chip e i micro-chip, importanti per la realizzazione di prodotti tecnologici, ovvero smartphone, tablet, pc, smart tv, console, ma anche per i nuovi sistemi presenti nelle automobili. Negli ultimi due anni la carenza di questi prodotti nel mercato hanno provocato un forte innalzamento dei prezzi, a causa di livelli di domanda molto elevata con le riaperture post-covid.
Infine, si può osservare come, invece, il mercato azionario indiano abbia sotto-performato quello di Taiwan, ma allo stesso tempo abbia sofferto molto meno rispetto a quello cinese da inizio periodo. La crescita dell’economia indiana nel 2021, dopo il tonfo del 2020, è stata molto elevata ed essa sta continuando anche nel corso di quest’anno, grazie al programma di riforme del primo ministro a favore dell’economia. L’india, considerata la terza potenza economica dei paesi emergenti, negli ultimi mesi in difesa del dell’economia locale e nella speranza di una stabilizzazione dei prezzi, ha deciso di razionalizzare le esportazioni di materie prime. Attraverso questa politica protezionistica, l’India, nel mese di Maggio, ha limitato le esportazioni di zucchero e ha sospeso momentaneamente le esportazioni di grano.
Gli ETF che permettono di esporsi in maniera “core” ai tre mercati azionari maggiormente importanti dei paesi emergenti, ovvero quello cinese, quello di Taiwan e quello indiano, sono 30, quotati su Borsa Italiana.
Essi si suddividono per modalità di replica, fisica o sintetica, per il trattamento dei proventi, ovvero ad accumulazione o a distribuzione, e per emittente.
In particolare, gli ETF che si espongono al mercato azionario cinese sono la maggior parte, ovvero 23. Questi sono poi differenziati per sottostante. Infatti, vi sono quelli esposti ai titoli quotati ad Hong Kong (azioni H), poi quelli che investono in titoli quotati alle borse cinesi (Azioni A), come Shanghai e Shenzen, e infine gli strumenti passivi con sottostante titoli sia di tipo A che di tipo H.
Infine, nel tabellone sono presenti anche 7 ETF, di cui 4 replicano panieri esposti al mercato azionario indiano, mentre i restanti 3 replicano il mercato azionario di Taiwan.

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