Come scegliere l’Etp: liquidità, costi di gestione ed efficienza nella replica

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Come scegliere l’Etp: liquidità, costi di gestione ed efficienza nella replica

Come scegliere l’Etp: liquidità, costi di gestione ed efficienza nella replica

 

A cura di Ufficio Studi di Consultique

Gli Etf sono fondi comuni quotati che hanno l’obiettivo di replicare a basso costo in maniera fedele l’andamento di un indice di mercato e quindi dietro ad un Etf non c’è un team di gestori ed esperti che decide cosa comprare e vendere come accade per i fondi attivi. Il prezzo che si forma sul mercato è frutto della domanda e dell’offerta e potrebbe differire (in un senso o nell’altro) dal valore patrimoniale.
Per scegliere un Etf vi sono 3 principali aspetti da valutare che rientrano nel rating di Consultique che viene pubblicato su Plus24 ogni primo sabato del mese:

1 L’efficienza nella replica: ovvero se i rendimenti dell’Etf si discostano in misura significativa da quelli dell’indice che hanno l’obiettivo di replicare. Questo potrebbe avvenire per molteplici ragioni.

2 Costi di gestione: quanto l’investitore deve pagare al gestore (Ter %), ricordando che tali costi vengono comunque addebitati quotidianamente sulla quota dell’Etf.

3 La liquidità: ovvero a quali condizioni si può liquidare l’investimento sul mercato e, in particolare, se c’è molta differenza tra la migliore offerta di acquisto e la migliore offerta di vendita (spread bid/ask). Inoltre, è utile osservare quanto l’Etf viene scambiato in un giorno.

Vi è poi un altro aspetto, in passato molto discusso, ma che con il passare del tempo (e con l’implementazione di nuove regolamentazioni e policy) sta perdendo di centralità, ovvero la modalità con cui l’Etf riesce a replicare l’indice di riferimento:

1 Con la replica fisica l’Etf compra tutti (o una larga parte) dei titoli dell’indice che deve replicare nelle opportune proporzioni;

2 Con la replica sintetica l’Etf compra titoli anche non correlati all’indice da replicare e, mediante un contratto derivato (swap) scambia con una controparte il rendimento dei propri titoli con il rendimento dell’indice da replicare.

In genere la seconda tipologia, oggi meno utilizzata, consente di ridurre i costi per l’investitore ma può generare un rischio aggiuntivo nel caso in cui la controparte dello swap non sia in grado di onorare i suoi impegni. Infine, bisogna distinguere gli Etf dagli Etc/Etn. Questi ultimi sono note di credito, il che consente di investire in attivi o con strategie non concesse ai fondi, ma in tal caso l’investitore perde la garanzia della separatezza patrimoniale. In genere gli Etc/Etn investono in materie prime o cryptovalute e tassi di cambio, possono utilizzare una leva finanziaria superiore a 2 (rialzista o ribassista).

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