Stop alle retrocessioni: ecco perchè non è una novità

Consultique
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Stop alle retrocessioni: ecco perchè non è una novità

Stop alle retrocessioni: ecco perchè non è una novità


Stiamo ricevendo tantissimi messaggi in questi giorni da parte di consulenti finanziari alla ricerca di risposte concrete sul futuro della loro professione. 
Numerose notizie che provengono dall'Europa pongono l’attenzione su un potenziale divieto di incentivi o commissioni che le banche pagano ai consulenti finanziari per la vendita dei loro prodotti.

Il dibattito non è però una novità, sono anni che le associazioni dei consumatori europei si battono per l’abolizione delle commissioni nella consulenza finanziaria, con campagne attive (vedi “The price of bad advice”) e numerose lettere rivolte alla Commissione Europea come l’ultima del 28 novembre scorso (Upcoming Retail Investment Strategy: debunking the “advice gap").

La Commissione Europa ha infatti già inserito all’interno dei principali obiettivi del Capital Markets Union (CMU) l’innalzamento della qualità della consulenza  in materia investimenti dovuta alla struttura dei costi dei prodotti e delle modalità di determinazione della remunerazione dei consulenti finanziari.

A inizio di quest'anno però, un esponente importante a livello europeo nei servizi finanziari, ha deciso di prendere posizione e trattare questo tema in una lettera aperta rivolta alla Commissione Europea.

La Commissaria UE per i servizi finanziari, Mairead McGuinness (in foto), ha pubblicato una lettera dove afferma che "è davvero fondamentale dare una scossa al sistema" in quanto i prodotti venduti con incentivi sono in media più costosi del 35% rispetto a quelli venduti senza incentivi.

A metà aprile di quest'anno entrerà in vigore la nuova "Retail Investment Strategy", il provvedimento a cui sta lavorando la Commissione europea e che innoverebbe la consulenza finanziaria, introducendo appunto un potenziale divieto sulle retrocessioni.

In Italia il dibattito sta provocando un vero e proprio scontro, nel quale i consulenti finanziari faticano a comprendere quali potrebbero essere le conseguenze derivanti dall'abolizione delle commissioni come già accaduto in UK e Olanda.

Una motivazione potrebbe derivare dal fatto che il divieto di incentivi (come riportato in esclusiva da (Citywire su dati di Mediobanca Securities) porterebbe ad una riduzione dei margini lordi delle reti in media di 51bp e una conseguente riduzione media della remunerazione dei consulenti finanziari del 25%.

Per le reti si stima un calo delle commissioni fino al 38%Non si conoscono le tempistiche precise ma la direzione è chiara, il passaggio alla consulenza finanziaria indipendente è ormai inevitabile per salvaguardare i risparmi dei cittadini europei.

Continueremo a seguirne gli sviluppi e a promuovere il modello "fee-only" (o "solo a parcella") che abbiamo scelto oltre 20 anni fa e che oggi rappresenta oltre 570 soggetti e più di 66 società in tutt'Italia.

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